Stasera in TV: Su Rai5 “Un ballo in maschera” del Festival Verdi 2021. L’ultimo allestimento di Graham Vick portato in scena da Jacopo Spirei
È lo spettacolo che il grande regista inglese Graham Vick, recentemente scomparso, avrebbe realizzato per inaugurare il XXI Festival Verdi di Parma e che è stato portato in scena da Jacopo Spirei lo scorso 24 settembre al Teatro Regio di Parma. È Un ballo in maschera (Gustavo III) di Giuseppe Verdi, diretto per la prima volta da Roberto Abbado – Direttore musicale del Festival dal 2018 e per l’occasione alla guida della Filarmonica Arturo Toscanini – che Rai Cultura propone in prima visione giovedì 14 ottobre alle 21.15 su Rai5. L’opera è nell’edizione con il libretto ad ambientazione svedese, così come concepito da Verdi per il debutto a Roma, prima che i censori pontifici imponessero la trasposizione della vicenda nella Boston coloniale.
Il cast è capitanato da due grandi voci verdiane come quelle di Piero Pretti (Gustavo III) e Anna Pirozzi (Amelia). Insieme a loro sul palcoscenico Amartuvshin Enkhbat (al debutto nella parte del Conte Gian Giacomo di Anckastrom), Anna Maria Chiuri (Ulrica), Giuliana Gianfaldoni, (al debutto come Oscar e per la prima volta al Festival Verdi), Fabio Previati (Cristiano), Fabrizio Beggi (Ribbing), Carlo Cigni (Dehorn), Cristiano Olivieri (Ministro di Giustizia) e Federico Veltri (Un servo del Conte). Costumi e scene sono a cura di Richard Hudson; le luci di Giuseppe Di Iorio, i movimenti coreografici di Virginia Spallarossa. Il Coro del Teatro Regio di Parma è preparato da Martino Faggiani. L’edizione critica della partitura è stata realizzata da Ilaria Narici con la collaborazione di Andreas Giger.
«Oggi mi trovo qui a Parma a scrivere di uno spettacolo che era suo ed invece è diventato mio» – dice il regista Jacopo Spirei – «Quello che vedrete è il risultato della nostra, per così dire, ultima collaborazione, ho raccolto il progetto dove lui lo ha lasciato e l’ho portato in fondo. È uno spettacolo di Vick? No. È uno spettacolo di Spirei? Nemmeno. Questo è un gioco del destino, uno scherzo o una follia, è la prova di due artisti che, come Re Gustavo, non hanno mai temuto il pericolo, il mettersi in prima linea per cambiare il mondo che ci sta intorno; uniti nella certezza che il teatro e soprattutto il teatro d’opera sia strumento di cambiamento individuale e sociale».