Stasera in Tv: Su Rai5 (canale 23) una “Trilogia dell’inquietudine” – “Il visitatore” con Alessandro Haber e Alesso Boni
Tre serate teatrali che presentano spettacoli tratti da opere di scrittori e drammaturghi (Éric-Emmanuel Schmitt, Fedor Dostoevskij, Franz Kafka) che hanno intercettato nella loro scrittura le inquietudini della società europea tra Ottocento e Novecento. Il ciclo di appuntamenti, dal titolo “Trilogia dell’inquietudine”, in onda ogni sabato alle 21.15 su Rai5 dal 5 al 19 dicembre, si apre con lo spettacolo in prima visione “Il visitatore” di Éric-Emmanuel Schmitt, con Alessandro Haber e Alessio Boni; a seguire, “La leggenda del grande inquisitore” di e con Umberto Orsini, e in prima Tv “La metamorfosi”, con la regia di Giorgio Barberio Corsetti. Si comincia sabato 5 dicembre con lo spettacolo di Éric-Emmanuel Schmitt “Il visitatore”, diretto da Valerio Binasco con Alessandro Haber e Alessio Boni, Nicoletta Robello Bracciforti, Alessandro Tedeschi.
Aprile 1938. L’Austria è stata da poco annessa di forza al Terzo Reich, Vienna è occupata dai nazisti, gli ebrei vengono perseguitati ovunque. In Bergstrasse 19, celeberrimo indirizzo dello studio di Freud (Alessandro Haber), il famoso psicanalista attende, affranto, notizie della figlia Anna, portata via da un ufficiale della Gestapo. Ma l’angosciata solitudine non dura molto: dalla finestra spunta infatti un inaspettato visitatore (Alessio Boni) che fin da subito appare ben intenzionato a intavolare con Sigmund Freud una conversazione sui massimi sistemi. Il grande indagatore dell’inconscio è insieme infastidito e incuriosito. Chi è quell’importuno? Cosa vuole? È presto chiaro che quel curioso individuo non è un ladro né uno psicopatico in cerca di assistenza. Chi è dunque? Stupefatto, Freud si rende conto fin dai primi scambi di battute di avere di fronte nientemeno che Dio, lo stesso Dio del quale ha sempre negato l’esistenza. O è un pazzo che si crede Dio? La discussione che si svolge tra il visitatore e Freud, e che costituisce il grosso della pièce, è ciò che di più commovente, dolce ed esilarante si possa immaginare: Freud ci crede e non ci crede; Dio, del resto, non è disposto a dare dimostrazioni di se stesso come se fosse un mago o un prestigiatore. Sullo sfondo, la sanguinaria tragedia del nazismo che porta Freud a formulare la domanda fatale: se Dio esiste, perché permette tutto ciò? Le musiche dello spettacolo sono di Arturo Annecchino, le scene di Carlo De Marino e i costumi di Sandra Cardini.