Stasera in TV: Su Rai5 (canale 23) il “Macbeth” del Festival Verdi di Parma – La prima versione dell’opera nell’allestimento di Daniele Abbado
E’ lo spettacolo che ha inaugurato la diciottesima edizione del Festival Verdi di Parma e Busseto, il “Macbeth” di Giuseppe Verdi che Rai Cultura propone in prima serata su Rai5 mercoledì 30 settembre alle 21.15. Registrata al Teatro Regio di Parma nel settembre 2018, l’opera è proposta nella prima versione scritta da Giuseppe Verdi per il Teatro della Pergola di Firenze nel 1847. L’allestimento è firmato da Daniele Abbado, con i costumi di Carla Teti e le luci di Angelo Linzalata. Sul podio della Filarmonica Arturo Toscanini, dell’Orchestra Giovanile della Via Emilia e del Coro del Teatro Regio di Parma istruito da Martino Faggiani, Philippe Auguin dirige la partitura nell’edizione critica a cura di David Lawton. Protagonisti sul palco specialisti del repertorio verdiano come il baritono Luca Salsi (Macbeth), il basso Michele Pertusi (Banco), il soprano Anna Pirozzi (Lady Macbeth) e il tenore Antonio Poli (Macduff). Completano il cast Matteo Mezzaro (Malcom), Gabriele Ribis (Il medico), Alexandra Zabala (La dama di Lady Macbeth) e Giovanni Bellavia (Sicario e Il domestico di Macbeth). Primo dei tre titoli shakespeariani di Verdi composto su libretto di Francesco Maria Piave con interventi di Andrea Maffei, il melodramma dà corpo e voce alle pulsioni distruttive che abitano nei recessi dell’animo umano. «È all’amore di Verdi per il teatro shakespeariano – racconta Daniele Abbado nelle sue note di regia – che si deve questa grande creazione. Nel Macbeth che andrà in scena al Festival Verdi sono partito proprio dalla ricerca delle risonanze tra le due opere e da quanto Verdi ha trasferito e a tratti rinnovato nella sua scrittura. È un progetto che vive di un doppio registro: da una parte un mondo di immagini generate da buchi neri, da una nebbia costante, immagini che questi buchi neri inevitabilmente riassorbono; dall’altra un mondo di apparizioni, allucinazioni, drammatiche e a volte quasi carnascialesche. Alla fine dell’opera, l’immagine di una natura ostile, pietrificata nell’assenza d’amore. Assenza di Dio». Regia televisiva di Arnalda Canali.