Stasera in TV: "Su Rai3 ultimo appuntamento con la seconda serie di "Narcotica"". In Colombia, nel Cauca Stasera in TV: "Nuovo appuntamento su Rai3 con "Narcotica"". Viaggio a Medellin la città di Pablo Escobar
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Stasera in TV: “Su Rai3 ultimo appuntamento con la seconda serie di “Narcotica””. In Colombia, nel Cauca

Stasera in TV: "Su Rai3 ultimo appuntamento con la seconda serie di "Narcotica"". In Colombia, nel Cauca Stasera in TV: "Nuovo appuntamento su Rai3 con "Narcotica"". Viaggio a Medellin la città di Pablo EscobarLa seconda serie di “Narcotica” termina il viaggio sulle rotte del narcotraffico in Colombia. Stasera alle 23.15 andrà in onda l’ultima delle cinque puntate prodotte dal Tg3 e da Rai 3. Valerio Cataldi torna ad immergersi in quelle zone proibite dove regnano corruzione e violenza, il cui controllo è conteso dai cartelli del narcotraffico, gruppi di guerriglieri, paramilitari, gruppi di polizia autocostituita. Il focus della serie resta centrato sulle comunità indigene che in Sudamerica sono assediate dalla violenza dei cartelli di narcotrafficanti che li costringono a lavorare come schiavi nelle piantagioni di coca e di papavero da oppio, e dal disboscamento e dall’inquinamento messi in atto anche e soprattutto dagli stessi narcos.

Oltre 1.700 attivisti ambientali sono stati uccisi in quindici anni mentre cercavano di proteggere la loro terra, l’acqua o la fauna selvatica locale. Il numero di omicidi dei difensori della terra nel 2019 è aumentato da due a quattro a settimana. A fare da guida come sempre il procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri e i suoi uomini. Ci accompagna ancora in questo viaggio con il racconto delle indagini che hanno scoperto gli affari della ‘ndrangheta con i narcotrafficanti Sud americani.

La quinta puntata, ci porta in Colombia, nel Cauca. Cristina Bautista era una delle governatrici indigene del dipartimento di Turibio. L’hanno uccisa lo scorso ottobre insieme ai 4 uomini della sua scorta. Aveva sfidato i narcoguerriglieri ex Farc.

Cristina è una Nasa, la comunità indigena che si autogoverna e che ha una propria Guardia comunitaria. Non usano armi, solo un bastone rituale, la chonta. Controllano la zona, fanno posti di blocco sequestrano armi e droga che distruggono. Ma i loro villaggi sono circondati da montagne che si illuminano di notte nelle coltivazioni di marijuana chiamata creepy e modificata geneticamente, montagne coltivate a coca e controllate da cartelli ex Farc ma anche messicani derivazioni del cartello di Sinaloa. Cristina Bautista è solo una delle decine di attivisti indigeni uccisi in queste terre. Li ricordano alla radio della comunità, li ricorda Licia, anche lei una governatrice indigena, anche lei minacciata. Sulle montagne il programma incontra Josè che coltiva marijuana. Le donne della sua famiglia raccolgono coca, c’è la nonna di 84 anni, la mamma e sua figlia. Tre generazioni nel campo di coca. I Nasa coltivano marijuana e coca ma solo a scopo medicinale. Producono estratti, creme, tisane in un laboratorio nella scuola di formazione sociopolitica della comunità.

Dalla Colombia all’Italia con il procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri e i suoi uomini per raccontare la storia di una truffa avvenuta a Livorno. Vittime alcuni narcotrafficanti che si son ritrovati a spendere decine e decine di migliaia di euro per chili di……zucchero piuttosto che di cocaina! Erano soldi della ‘ndrangheta, e la mafia non accetta di essere presa in giro: uno dei narcotrafficanti viene ucciso.

E c’è la storia di Diego, che si finge narcotrafficante e spaccia zucchero per cocaina. Un modo per creare tensioni tra i brokers della droga, un modo per metterli l’uno contro l’altro e farli uccidere tra loro, convinti di essere stati traditi. Diego lo fa per vendicarsi, ha un figlio cocainomane. Vive sotto protezione in Italia. E ancora storie di una Calabria che resiste alla ‘ndrangheta e che lo fa coltivando la terra come la cooperativa Goel, e la tragedia dei tanti scomparsi nel nulla.

La puntata si chiude con un ricordo di Mario Paciolla l’operatore umanitario morto in Colombia in circostanze tutte da chiarire. “Mario – raccontano gli autori del programma- aveva collaborato alle riprese della prima serie di Narcotica girate sul Rio Naya, un fiume diventato corridoio del narcotraffico controllato dai gruppi guerriglieri e dai cartelli messicani. Mario ci ha accompagnati sul campo tra la popolazione scappata dalla violenza dei narcos e ha continuato ad aiutarci anche nella seconda serie, dopo aver firmato il contratto con le Nazioni Unite, con cui ha lavorato fino al giorno della sua morte”.

“Narcotica” è un programma di Valerio Cataldi e di Raffaella Pusceddu

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