Stasera in TV: Speciale “Wonderland”, su Rai4 (canale 21) – La mafia tra cinema e tv
La mafia nel racconto del cinema e della televisione italiana, dall’immediato dopoguerra alle stragi del ‘92, è il tema dello speciale “Wonderland” in onda martedì 25 maggio, alle 23.30, su Rai4 (canale 21 del digitale terrestre). Un’intervista al critico cinematografico de La Repubblica Emiliano Morreale, autore del recente saggio “La mafia immaginaria. Settant’anni di Cosa Nostra al cinema”, ripercorrerà titoli e autori imprescindibili di questo particolare filone della produzione cinetelevisiva nazionale, nato dall’incontro tra generi codificati come il giallo, il poliziesco e il western, e le suggestioni della cronaca nera e dell’attualità politica.
La puntata speciale è infatti parte della serie “Il giallo e la nera”, rubrica quindicinale con cui Wonderland sta raccontando la vasta produzione di sceneggiati Rai ispirati da vicende di cronaca. Il racconto del programma prende il via dall’immediato Dopoguerra, quando Pietro Germi, con “In nome della legge”, cerca in Sicilia una via italiana al western, trattando in chiave spettacolare i fenomeni di mafia e banditismo. Asciutta e rigorosa è invece la lettura che degli stessi fenomeni darà Francesco Rosi nel suo capolavoro “Salvatore Giuliano”, il film che nel 1962 apre la grande stagione del cinema politico italiano. Nel 1961, con “Divorzio all’italiana”, ancora Pietro Germi mette in scena una Sicilia focosa e grottesca, specchio di ipocrisie e perbenismi dell’intera nazione, inventando il genere principe degli anni del miracolo economico, la Commedia all’italiana. Ma è con i romanzi di Leonardo Sciascia “A ciascuno il suo” e, soprattutto, “Il giorno della civetta” che la Sicilia si fa compiutamente metafora dei mali della nazione, toccando inevitabilmente la mafia e i suoi rapporti con il potere politico.
Tra il 1967 e il 1968, le rispettive trasposizioni cinematografiche, a opera di Elio Petri e Damiano Damiani, seguono l’una il solco del giallo politico, l’altra quella del western e del poliziesco, inaugurando un ricco filone di cinema popolare sulla mafia. Nel 1972, il successo internazionale de “Il Padrino” rilancia questo filone italiano e ne accompagna la transizione dai classici sfondi rurali e di provincia a quelli della città di Palermo, trasformata dalla speculazione edilizia in fondale scenografico di un nuovo potere mafioso. Mentre con film come “Lucky Luciano” e “Cadaveri eccellenti”, Francesco Rosi insiste sull’analisi politica del fenomeno mafioso, il cinema di genere crea una propria estetica fatta di eroi solitari, boss carismatici, vedove inconsolabili e pittoresche figure di contorno. Il 1972 è anche l’anno del primo sceneggiato Rai sulla mafia, “Joe Petrosino”, dedicato alla vera storia di un pioniere dell’investigazione antimafia nella New York dei primi del secolo.
Per tutto il corso degli anni settanta, con titoli come “Alle origini della mafia” e “Il diletto Notarbartolo”, la produzione Rai sul tema rimarrà legata alla formula dello sceneggiato storico. Sarà invece dagli stilemi dei mafia-movie anni Settanta, dalla lezione politica di Sciascia e dalla spinta drammatica dell’attualità, con il delitto Dalla Chiesa, che nel 1984 prenderà forma l’opera televisiva “definitiva” sull’argomento, ancora per la regia di Damiano Damiani: “La piovra”. Nel corso degli anni Ottanta, le vicende di fiction de “La piovra” corrono parallele allo svolgimento del Maxiprocesso a Cosa Nostra, rivisitando numerosi episodi della cronaca criminale e politica italiana nella chiave del poliziesco e della spy story. L’eroica figura del commissario Cattani, interpretato da Michele Placido, si sovrappone a quella di investigatori e magistrati vittime di mafia; la morte del personaggio nel 1989, in un finale di stagione tra i più seguiti della storia della televisione italiana, prefigura, d’altra parte, la tragica stagione delle stragi mafiose del 1992. In questa puntata speciale, brani di film e sceneggiati si alterneranno a quelli di reportage giornalistici d’epoca e a brevi interventi di repertorio dei registi che hanno fatto la storia del genere, Pietro Germi, Francesco Rosi, Elio Petri, Damiani Damiani, oltre che del padre letterario di quest’immaginario, Leonardo Sciascia.