Stasera in tv "Servizio Speciale. Le Fosse Ardeatine"
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Stasera in tv “Servizio Speciale. Le Fosse Ardeatine”

Via Rasella, la vigilia dell’eccidio

Stasera in tv "Servizio Speciale. Le Fosse Ardeatine"

L’attentato compiuto dai partigiani dei Gap in via Rasella a Roma, il 23 marzo 1944, che provocò la morte di 33 soldati di una colonna tedesca e portò alla rappresaglia nazista ordinata dal colonnello della Gestapo Herbert Kappler e all’eccidio delle Fosse Ardeatine. Lo ricostruisce “Servizio speciale – Le Fosse Ardeatine” del 1964, a cura di Tito De Stefano, che Rai Cultura ripropone sabato 23 marzo alle 18.45 su Rai Storia. Il programma ospita le interviste a Sandro Pertini sull’attività della Resistenza a Roma durante l’occupazione nazista e a Eugen Dollmann, consigliere politico delle SS a Roma, sul modo in cui apprese la notizia dell’attentato a via Rasella.

L’azione, del cui ordine dopo la guerra si assunse la responsabilità Giorgio Amendola, fu compiuta da una dozzina di gappisti (tra cui Carlo Salinari, Franco Calamandrei, Rosario Bentivegna e Carla Capponi) e consistette nella detonazione di un ordigno esplosivo improvvisato al passaggio di una colonna di soldati in marcia e nel successivo lancio di quattro bombe a mano artigianali sui superstiti. Causò la morte di trentatré soldati tedeschi (non si hanno informazioni certe circa eventuali decessi tra i feriti nei giorni seguenti) e di due civili italiani (tra cui il dodicenne Piero Zuccheretti), mentre altre quattro persone caddero sotto il fuoco di reazione tedesco.

Il 24 marzo, senza nessun preavviso, seguì la rappresaglia tedesca consumata con l’eccidio delle Fosse Ardeatine, in cui furono uccisi 335 prigionieri completamente estranei all’azione gappista, tra cui dieci civili rastrellati nelle vicinanze di via Rasella immediatamente dopo i fatti.

Fin dalle prime reazioni, l’attentato è stato al centro di una serie di controversie (anche in sede storiografica) sulla sua opportunità militare e legittimità morale, che lo hanno reso un caso della «memoria divisa» degli italiani. Nella lunga storia processuale dei fatti, anche la legittimità dell’attentato è stata oggetto di valutazioni diverse.

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