Stasera in TV: 'Se dicessimo la verità' su Rai1 - Lo Speciale Tg1 sulla 'ndragheta con Rai Cinema Stasera in TV: 'Se dicessimo la verità' su Rai1 - Lo Speciale Tg1 sulla 'ndragheta con Rai Cinema
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Stasera in TV: ‘Se dicessimo la verità’ su Rai1 – Lo Speciale Tg1 sulla ‘ndragheta con Rai Cinema

Stasera in TV: 'Se dicessimo la verità' su Rai1 - Lo Speciale Tg1 sulla 'ndragheta con Rai Cinema Stasera in TV: 'Se dicessimo la verità' su Rai1 - Lo Speciale Tg1 sulla 'ndragheta con Rai CinemaNella Giornata Nazionale della Legalità, in occasione dell’Anniversario della strage di Capaci, a Speciale Tg1 in collaborazione con Rai Cinema un viaggio tra chi ha il coraggio di denunciare la ‘Ndrangheta. Il documentario di Giulia Minoli ed Emanuela Giordano è un racconto per conoscere gli imprenditori che denunciano, i magistrati che indagano, gli insegnanti e i formatori che si impegnano in prima persona, i giornalisti che nonostante le minacce non si tirano indietro, i parenti delle vittime di ‘Ndrangheta che non gettano la spugna, le associazioni e le imprese che si uniscono e propongono nuove forme di imprenditoria. “Se dicessimo la verità”, in onda alla mezzanotte di domani su Rai1, viaggia da Vienna a Copenaghen, da Malta ad Amsterdam, dal Sud Italia a Londra. L’obiettivo è capire cosa si può fare per reagire a questo colpevole torpore, ad una rimozione di massa che elude il problema.
La voce narrante, il punto di vista e lo sguardo che si ferma sui luoghi e le persone, è di un gruppo di giovani attori e formatori che, da dieci anni, si occupa di attività legate al contrasto alla criminalità organizzata. Una narrazione corale e coinvolta, il viaggio di un gruppo di ragazzi che ripercorre la storia della ’Ndrangheta, dalle sue origini, in Calabria, al progressivo insediarsi in tutta Italia e in Europa e che c’insegna che solo la “comunità”, solo una rete sociale ricca articolata e consapevole, può costituire un deterrente valido contro le mafie.
Perché parlare di educazione alla legalità, rivolta soprattutto ai più giovani, non vuol dire genericamente “educarli” ad essere dei buoni cittadini, vuol dire renderli consapevoli. Chiudere un occhio, o tutte e due, è già una forma di complicità.

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