Stasera in TV: Sciarada, il circolo delle parole. Pascoli, narratore dell’avvenire
Dopo 110 anni dalla morte di Giovanni Pascoli è decaduto il vincolo di segretezza sul carteggio col fratello Raffaele: centinaia di fogli nei quali il poeta parla di sé, di sogni e desideri, di timori e malinconie, di necessità fisiche e intellettuali. Ed esce da quelle lettere una voce nuova, quella del poeta che si confida con un fratello. Un personaggio raccontato da “Narratore dell’avvenire. Un film su Giovanni Pascoli, poeta” con la regia di Mauro Bartoli e prodotto da Lab Film che Rai Cultura propone lunedì 4 aprile alle 21.15 su Rai 5 per “Sciarada, il circolo delle parole”.
Entrare oggi in contatto con il Pascoli più privato e quotidiano, permette di ribaltare lo stereotipo sulla sua personalità, che lo ha lungamente imprigionato in letture scontate e piatte. E permette di apprezzare la lettura lungimirante e anticipatoria che del poeta ha saputo fare, una trentina di anni fa, il critico Cesare Garboli. Emerge così, dagli archivi, un uomo ed un poeta attento al proprio tempo, che parla di giustizia, di problemi sociali, dei milioni di italiani che emigrano, di chi se ne va oltreoceano perdendo in questo una patria, una lingua, le proprie radici culturali, senza averne di nuove.
Il racconto si struttura intrecciando la voce intima del poeta, data dalla lettura delle lettere scritte da Giovanni Pascoli al fratello, con gli interventi di studiosi, storici ed intellettuali che parlano della vita e della poesia di Pascoli. Il tutto inframezzato dalla recitazione di versi delle poesie di Pascoli e da materiali di repertorio.
Nella colonna sonora, il brano “Sera d’ottobre. Myricae” di Pietro Mascagni, composto nel 1894 per la poesia di Pascoli, è suonato per la prima volta per il film da Andrea Costa al violino e Marco Pedrazzi al pianoforte, che ne ha curato l’arrangiamento e ha composto e interpretato con i Quintorigo le musiche originali. Straordinaria, infine, l’interpretazione dell’indimenticabile Gianmaria Testa della poesia “X agosto”.