Stasera in TV: Sciarada, il circolo delle parole. L'Altro '900. Carlo Levi Stasera in TV: Sciarada, il circolo delle parole. L'Altro '900. Carlo Levi
 | 

Stasera in TV: Sciarada, il circolo delle parole. L’Altro ‘900. Carlo Levi

Stasera in TV: Sciarada, il circolo delle parole. L'Altro '900. Carlo Levi Stasera in TV: Sciarada, il circolo delle parole. L'Altro '900. Carlo Levi“La paura della libertà è il sentimento che ha generato il fascismo. Per chi ha l’animo di un servo, la sola pace, la sola felicità è nell’avere un padrone e nulla è più faticoso e veramente spaventoso dell’esercizio della libertà”. Parole di Carlo Levi medico, pittore, scrittore, antifascista torinese: il valore della sua testimonianza civile e politica, ma soprattutto profondamente umana, è al centro di “L’altro ‘900: Carlo Levi” che “Sciarada, il circolo delle parole” propone lunedì 14 agosto alle 23.15 su Rai 5.

Parte della puntata è stata girata ad Aliano, la Gagliano del capolavoro di Levi, nei luoghi che videro, tra il 1935 e il ’36, il medico-pittore confinato perché antifascista e fondatore di “Giustizia e Libertà”, il movimento di ispirazione gobettiana nato a Torino. Ne parla la storica Anna Foa, figlia di Vittorio, che con Carlo Levi, Massimo Mila, Michele Giua e altri giovani intellettuali, subì l’arresto nella Torino antifascista.

Destinato in un primo momento a Grassano, in Basilicata, Levi fu successivamente spostato ad Aliano perché considerato particolarmente pericoloso per l’ordine pubblico nazionale, ma da quella esperienza nacquero alcune delle pagine più appassionate e vibranti della nostra storia letteraria e molti dei più intensi ritratti dell’arte del Novecento.

Nella “cella senza muri del confino”, Levi imparò a conoscere e ad amare la gente di Aliano, i loro volti scuri, il loro dolore a volte rassegnato. Seppe ritrarla con fedeltà e rispetto e seppe scriverne. Non pensò mai di voler cambiare qualcosa di quella cultura contadina che lo aveva accolto, ma capì il valore del confronto e del rispetto tra mondi diversi.  È quanto raccontano nella puntata lo storico e critico della letteratura Giulio Ferroni e la storica dell’arte contemporanea Daniela Fonti, presidente della Fondazione Carlo Levi.

La questione del tempo e della memoria, nodo centrale nella vita dell’uomo, è anche l’elemento che maggiormente caratterizza la scrittura testimoniale di Carlo Levi, come osserva Giulio Ferroni. Per “trovare voce nella Storia”, cioè dignità, presenza, un popolo ha bisogno della sua memoria e soltanto testimoniando e tramandando la verità avrà la possibilità di restare nella Storia, di avere una identità nel tempo.

Ha scritto Vincenzo Consolo che la forza e la poesia delle pagine di Carlo Levi è “l’amore per tutto quanto è umano, acutamente umano, vale a dire debole e doloroso, cioè nobile”. La narrativa civile di Levi porta con sé il grande valore del documento e della testimonianza, il senso di giustizia, la difesa della dignità dell’uomo.

Accompagnata dal “paesologo” e scrittore Franco Arminio per le strade di Aliano e dalle letture dell’attore Alessio Vassallo, la puntata fa emergere il sentimento di Levi che parla ancora con una straordinaria forza e attualità.

Autore

Articoli simili

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *