Stasera in TV: Sciarada, il circolo delle parole. Etimo – Dall’epistola all’e-pistola
“In poco meno di trent’anni ho visto cambiare il modo in cui gli spettatori comunicano tra di loro e con noi che facciamo la radio e la televisione. Oggi si va sempre più verso l’oralità”. Parole di Giorgio Zanchini, giornalista, volto e voce di programmi radiofonici e televisivi, ospite della puntata di “Etimo” – in onda lunedì 18 settembre alle 23.05 in prima visione su Rai 5 – dedicata alla lettera, che nel tempo si è trasformata in una forma di comunicazione sempre più agile, iconizzata, digitale.
Il popolo delle lettere e dei fax è forse diventato il popolo dei social? Chiede Giuseppe Antonelli. Evidentemente sì. Sembrano lontani i tempi delle missive formali e bollate da imbucare nelle buche raccoglitrici che oggi si vedono al Museo della Comunicazione di Roma; lontani i tempi delle missive galanti tra Lucrezia Borgia e Pietro Bembo; lontani anche i tempi delle lettere giocose familiari nelle quali Giacomo Leopardi si concedeva arguzie e qualche ingenua parolaccia, oggi custodite presso la Biblioteca di Casa Leopardi a Recanati.
E sono lontane, seppure struggenti, le lettere dei condannati a morte e dei prigionieri, degli esuli, dei mercanti e dei militari al fronte. L’avvento delle nuove tecnologie ha introdotto modi diversi di affidare al messaggio contenuti e storie. È quanto appare evidente nel Museo Tecnologic@mente di Ivrea, nato nello straordinario universo produttivo creato da Adriano Olivetti. “Stiamo assistendo da decenni a una progressiva granularizzazione della comunicazione, – dice Gino Roncaglia, in cattedra presso l’Università degli studi Roma Tre – cioè a un collegamento tra codici comunicativi diversi in messaggi granulari e multicodicali”. Quale sia la frontiera della nuova comunicazione nel mondo digitale non è dato immaginare. Nicholas Negroponte, il celebrato profeta del digitale, nel suo “Being digital” (Essere digitali, 1995), la bibbia della filosofia dello 0/1, o dello switch digital, ha scritto: “I Bits non sono commestibili; in questo senso, non fermeranno la fame nel mondo. I computer non hanno morale; non possono risolvere questioni complesse come il diritto alla vita o alla morte. Ma essere digitale, tuttavia, ci dà molte ragioni di ottimismo. Come una forza della natura, l’era digitale non può essere negata o fermata. Ha quattro qualità molto potenti che ne determineranno il trionfo finale: decentralizzazione, globalizzazione, armonizzazione e responsabilizzazione”.