Stasera in TV: Sciarada, il circolo delle parole. "Antonio Tabucchi: la vita non basta"
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Stasera in TV: Sciarada, il circolo delle parole. “Antonio Tabucchi: la vita non basta”

Stasera in TV: Sciarada, il circolo delle parole. "Antonio Tabucchi: la vita non basta"
Antonio Tabucchi la vita non basta

A dieci anni dalla scomparsa dello scrittore toscano Antonio Tabucchi, morto a Lisbona il 25 marzo 2012, Rai Cultura propone Sciarada presenta il doc di Paolo di Paolo e Alessandra Urbani “Antonio Tabucchi. La vita non basta”, in onda lunedì 21 marzo alle 21.15 su Rai 5 per “Sciarada. Il circolo delle parole”.
Paolo Di Paolo, scrittore che ha avuto il privilegio di entrare nell’officina creativa di Tabucchi, riflette sull’eredità di questi anni in cui Tabucchi si è rivelato sempre più uno scrittore europeo. La sua è una letteratura che si può rileggere con la chiave dell’inquietudine (sua la traduzione de “Il libro dell’inquietudine” di Fernando Pessoa, testo-talismano di tutta una vita), una letteratura fatta di domande radicali, pensata anche come gesto politico. E al tempo stesso è una letteratura che non deve stare in piena luce, come lo stesso Tabucchi affermava, che non deve essere al centro del mondo “anzi spesso si trova nel rovescio o nei margini”. Il documentario è una raccolta di interventi dello scrittore conservati negli archivi della Rai introdotti e commentati da scrittori a lui particolarmente legati: Dacia Maraini, Romana Petri, Marco Baliani, Ugo Riccarelli, Andrea Bajani. Ciascuno di loro, da lettore appassionato e da amico, sceglie una pagina di Tabucchi, aggiunge un ricordo, un aneddoto, una chiave d’interpretazione. Nel corso degli anni non sono state molte le apparizioni televisive di Tabucchi che, schivo e spesso lontano dall’Italia, è sempre un po’ disorientato e perplesso davanti alle telecamere. A volte, l’iniziale diffidenza è superata dal piacere di raccontare e di raccontarsi. Affabulatore nato, Tabucchi dimentica spesso il mezzo televisivo che lo sta riprendendo e ripropone i temi più importanti della sua narrativa: i perché della scrittura, il viaggio come ricerca di altri punti di vista, la passione per Pessoa e per il Portogallo, l’amore per un’Italia che non c’è più, l’ossessione del tempo che “invecchia in fretta”.
Al centro di questo racconto per frammenti, la passione assoluta per la scrittura, la scelta di dedicare la propria vita alle parole. Tessera, dopo tessera si compone così una sorta di autoritratto involontario dell’uomo Tabucchi: la sua ironia, le sue risate, la passione del suo sguardo, la convinzione che, per usare le parole di Fernando Pessoa, “la letteratura è la dimostrazione che la vita non basta”.

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