Stasera in tv Sciarada, il circolo delle parole
L’Altro ‘900. Mario Soldati
È una delle figure più eclettiche e sfaccettate del Novecento: letteratura, cinema, televisione, radio – gli ambiti nei quali si è espresso – non bastano a ritagliare un ritratto esaustivo di Mario Soldati, torinese di nascita, classe 1906, la cui vita è stata orientata sempre da una intensa curiosità. La racconta la puntata della serie “L’altro 900”, in onda lunedì 24 giugno alle 22.55 in prima visione su Rai 5, per “Sciarada, il circolo delle parole”. Tra i suoi titoli più amati America primo amore, Le lettere da Capri, Le due città, L’attore, I racconti del maresciallo, La sposa americana.
Lo studioso Bruno Falcetto, curatore dell’opera di Soldati, guida la rosa degli interventi che si accostano a preziose sequenze dell’ultima intervista dello scrittore, concessa nel ’92. Le letture sono affidate ad Alessio Vassallo.
Nella sua carriera di sceneggiatore e regista cinematografico Soldati ha diretto ventotto film fra gli anni trenta e cinquanta, allestendo cast con i più grandi attori dell’epoca: ricordiamo Piccolo mondo antico, La provinciale, ma il fatto di essere anche uno scrittore di talento e di successo ha rischiato spesso di far passare Soldati come un regista mancato o come uno scrittore frustrato dall’incapacità di trasferire nelle pellicole un uguale talento artistico. Soldati ricordava che i cineasti storcevano il naso di fronte al “letterato” e i letterati disapprovavano “l’uomo di spettacolo”. In realtà il regista, come sostenne egli stesso, era per lui una cosa diversa dallo scrittore:
«Il cinema non è come lo scrivere, appartiene meno a chi la fa ed i registi sono meno individuali, più collettivi, sono più a contatto con il popolo.»
Soldati pertanto alternò l’attività di scrittore, vissuta come prolungamento romantico di un esercizio privato e soggettivo dello spirito, a quella di regista, vissuta in costante compromesso con la dimensione commerciale e ovviamente in “ascolto” dei gusti del pubblico.