Stasera in TV: ” Robert Carsen, Natalia Aspesi e Michieletto raccontano “Katia Kabanova””. Su Rai5 (canale 23) il “Volo del calabrone”
E’ dedicata al capolavoro del compositore cèco Leoš Janáček “Katia Kabanova” la puntata del “Volo del calabrone” di Damiano Michieletto che Rai Cultura trasmette stasera alle 19.00 su Rai5 (canale 23). Il primo ospite è il regista canadese Robert Carsen, che ha realizzato una delle più belle e importanti messe in scena dell’opera di Janáček, della quale racconta i segreti nascosti nella meravigliosa partitura. Michieletto intervista poi la giornalista Natalia Aspesi, appassionata d’opera, che dà la sua personale lettura della rappresentazione della figura femminile nel melodramma.
Intervengono anche Ambrogio Sparagna, musicista e studioso di musica folk, e il soprano statunitense Patricia Racette, grande interprete della protagonista dell’opera di Janáček. Conclude la puntata l’attrice Federica Fracassi, che interpreta un monologo tratto da L’uragano, il dramma ottocentesco del russo Aleksandr Ostrovskij che ispirò l’opera di Janacek. Lo scrittore praghese Max Brod definì l’opera «una Madame Bovary russa, dal momento che, come nel romanzo di Flaubert, l’intera azione si basa sull’adulterio di una donna romantica, che non riesce a sopportare l’oppressione di un ambiente ostile e gretto». Janáček era imbevuto di letteratura e cultura russa, e in questa storia trovò una profonda corrispondenza con una tentazione di adulterio che ebbe pochi anni prima e che segnò la sua vita.
Katia è una donna fragile ed emotiva, che vive schiacciata dalla dura e arcaica morale della suocera, Kabanicha, che la odia e la opprime. Il marito di Katia, Tichon, sembra un burattino manovrato dalla madre e cade nel vortice dell’alcolismo. Katia lo ama, ma inizia a provare trasporto anche per un altro uomo, Boris. La partenza del marito la getta nella tentazione: Katia cede al desiderio e sembra accarezzare un istante di felicità. Ma la scure del senso di colpa si abbatte implacabile su di lei, che confessa tutto a marito e suocera. Giunge l’uragano e Katia, completamente isolata, lacerata e annientata dal peso di una società crudele e bigotta, sceglie l’autodistruzione: si suicida lanciandosi nel Volga.