Stasera in TV: Rai Storia porta il "Cinema Italia" a Torino. "Fango bollente" e "La ragazza di via Millelire" in versione restaurata Stasera in TV: Rai Storia porta il "Cinema Italia" a Torino. "Fango bollente" e "La ragazza di via Millelire" in versione restaurata
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Stasera in TV: Rai Storia porta il “Cinema Italia” a Torino. “Fango bollente” e “La ragazza di via Millelire” in versione restaurata

Stasera in TV: Rai Storia porta il "Cinema Italia" a Torino. "Fango bollente" e "La ragazza di via Millelire" in versione restaurata Stasera in TV: Rai Storia porta il "Cinema Italia" a Torino. "Fango bollente" e "La ragazza di via Millelire" in versione restaurataLa Torino degli anni 70’, tra disagio e speranza. La raccontano due film che Rai Cultura propone sabato 14 novembre dalle 21.10 su Rai Storia per il ciclo “Cinema Italia”: sono “Fango Bollente” e “La Ragazza di via Millelire”, quest’ultimo proposto nella versione restaurata e digitalizzata da Rai Teche, in collaborazione con Piemonte Movie, a quarant’anni dalla prima uscita, anche per un omaggio al regista Gianni Serra, recentemente scomparso.

“Fango Bollente”, di Vittorio Salerno con Enrico Maria Salerno, Carmen Scarpitta, Joe Dallesandro, Martine Brochard, è ambientato alla metà anni ‘70. Tre giovani impiegati di un’azienda elettronica, apparentemente tranquilli ed equilibrati, sfogano la loro rabbia repressa in atti di violenza totalmente gratuiti. Un anziano commissario di polizia indaga sui loro crimini. Il soggetto è di Vittorio Salerno ed Ernesto Gastaldi, che firmano anche la sceneggiatura con Lucille Laks e Nanni Balestrini.

A seguire, “La ragazza di via Millelire”, un film che fece molto discutere e divise la critica. Ma segnò un nuovo modo di guardare le periferie e prendere coscienza delle loro problematiche. Realizzato quarant’anni fa dalla Rai, il film – interpretato da Oria Conforti e Maria Monti e da attori presi dalla strada – racconta la storia di Betty una tredicenne dal carattere ribelle e indipendente. Dopo l’ennesima fuga da un centro di accoglienza, si trova ad attraversare, senz’altro appoggio che il sostegno di un’assistente sociale che ha preso a cuore il suo caso, il sottobosco più degradato delle periferie della Torino a cavallo tra la fine degli anni 70 e l’inizio degli anni 80.

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