Seconda Guerra Mondiale, fronte nordafricano. Nel gennaio del 1941 Mussolini deve chiedere aiuto a Hitler contro gli inglesi e nei mesi successivi sbarca sulla costa libica l’Afrikakorps di Erwin Rommel. Il generale tedesco conquista rapidamente la Cirenaica. L’offensiva continua con successo finché, in maggio, le truppe italo-tedesche arrivano ad El Alamein, a circa 60 chilometri da Alessandria d’Egitto. La campagna sembra vinta, e il successo rende più sopportabile ai soldati italiani le loro pesanti condizioni di vita. Ma è solo un illusione, lo scenario cambia quando entra in gioco il generale britannico Bernard Law Montgomery aiutato dai mezzi modernissimi che giungono dagli Stati Uniti: come i carri armati Shermann e i cannoni semoventi. Una pagina di storia riletta da Paolo Mieli con il professor Alessandro Barbero a “Passato e Presente” in onda sabato 19 settembre alle 20:30 su Rai Storia. Per tutta l’estate del 42 si assiste a una serie di scontri che evidenziano le differenti caratteristiche dei due nemici: le capacità tecniche dei tedeschi, il coraggio degli italiani, l’efficienza delle forze inglesi sempre più rafforzate con uomini freschi che i convogli fanno arrivare dai territori del Commonwealth. La sera del 23 ottobre ’42, le truppe britanniche guidate dal generale Montgomery sferrano l’offensiva contro l’esercito dell’Asse comandato dal generale Rommel. E’ l’inizio dell’ultima e decisiva battaglia di El Alamein. Solo dopo 12 giorni di durissimi scontri l’VIII Armata britannica riesce a sfondare. Al termine della lunga battaglia si conteranno, tra i soldati italiani e i tedeschi, circa 30 mila prigionieri, 9 mila morti o dispersi, e 15 mila feriti.