La seconda guerra punica rappresenta per il mondo antico un evento pari a un conflitto mondiale novecentesco, per la durata e le forze coinvolte. Un capitolo di storia indagato da Paolo Mieli con il professor Giovanni Brizzi, a “Passato e Presente”, in onda stasera alle 20.30 su Rai Storia.
Il generale punico Annibale Barca, erede dell’odio verso la città che aveva messo in ginocchio la sua patria, Cartagine, quando era in vita il padre Amilcare, nel 219 a. C. provoca i Romani assediando Sagunto in Spagna, una città amica di Roma. Di lì col suo esercito attraversa l’Europa, valicando i Pirenei con i sui elefanti, fino alle Alpi.
Infligge una serie di clamorose sconfitte ai Romani nelle battaglie del Ticino, della Trebbia, del Trasimeno, e infine a Canne in Puglia, non arrivando mai a marciare su Roma. Dopo aver adottato una tattica temporeggiatrice, Roma sceglie una linea aggressiva affidandosi a Publio Cornelio Scipione.
A Zama, in Africa, nel 202 a. C. Annibale viene sconfitto dall’esercito di Scipione: una battaglia che vale la guerra. Dopo il trionfo, Scipione resterà per sempre L’Africano e Annibale finirà la sua vita in esilio, avvelenandosi per non cadere prigioniero dei Romani nel 183 a.C.