Musica | Società | Televisione
L’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, che oggi ricopre un ruolo importante nel panorama internazionale, nasce nel 1994 a Torino, ma vanta degli antenati di grande prestigio. È necessario risalire ai primi anni Trenta del secolo scorso, come fa lo storico della musica Andrea Malvano, per capire che tutto ha inizio con l’avvento della radio, quando l’Uri e poi l’Eiar sentono l’esigenza di formare piccole orchestre sinfoniche da utilizzare per la programmazione musicale.
Così nel corso degli anni successivi si costituiscono, prima a Torino e poi a Roma e a Milano, le orchestre sinfoniche della Rai con i rispettivi cori, a cui si aggiunge l’orchestra “A. Scarlatti” di Napoli, assorbita e acquisita dalla Rai soltanto dopo la guerra. Attraverso filmati d’archivio e testimonianze di chi – come Cesare Mazzonis, Giorgio Pestelli, Michele dall’Ongaro, Angelo Guglielmi e Gianluigi Gelmetti, insieme ad alcuni professori d’orchestra – ha collaborato alla crescita e al successo delle storiche formazioni sinfoniche della Rai, il documentario di Marta Teodoro “Orchestra Rai. Storia di un bene comune” , in onda stasera alle 22.15 su Rai5 (canale 23), ne ripercorre alcune tra le tante strade
Importanti tournée all’estero, regolari stagioni concertistiche in ciascuna sede, oltre a tante partecipazioni a varie iniziative pubbliche, costituiscono solo una parte dell’intensa attività delle quattro orchestre e dei cori, che viene diffusa in modo costante e continuativo dai canali radiofonici, e dal 1954 anche dalla televisione. Partendo dall’epoca d’oro degli anni ’60 e ’70 che vede la presenza di prestigiosi direttori d’orchestra e solisti di fama internazionale e un repertorio ricco di prime assolute, si arriva alla fondazione di un’unica orchestra della Rai, grande e nazionale, quella che ancora oggi possiamo definire un bene comune.