Stasera in TV: “Omaggio a Giorgio Bassani”. Su Rai5 un viaggio nelle sue parole tra scrittura e cinema
Nel ventennale della scomparsa, Rai Cultura ricorda lo scrittore Giorgio Bassani con una serata dedicata in onda stasera a partire dalle 20.45 su Rai5. L’omaggio si apre con un ritratto dello scrittore firmato dallo storico della letteratura Giulio Ferroni per la serie “Testimoni del tempo”, mentre alle 21.15, il documentario di Bruna Bertani “Ritratto di Ferrara ebraica” racconta la città dell’infanzia e dell’adolescenza dello scrittore, e ricostruisce l’eccidio della notte del ’43, tragedia al centro di un racconto di Bassani che ha poi ispirato il film di Florestano Vancini “La lunga notte del ’43”, in onda alle 22.15 a chiusura dell’omaggio.
“Ritratto di Ferrara ebraica”, in particolare, racconta la città e la sua storia, mutata negli anni a seconda dei periodi e delle contingenze del paese, dalla politica di integrazione degli estensi alla segregazione in ghetto, dall’equiparazione dei diritti con l’Unità d’Italia alle leggi razziali e alla tragedia della Shoah. Fil rouge che attraversa il racconto sono le letture affidate all’attore ferrarese Marco Sgarbi, che dà la voce ad una selezione di testi di Giorgio Bassani che di Ferrara raccontano le pietre, le mura, Corso Ercole I d’Este, l’ex ghetto, i giardini, i luoghi che vivono nelle parole dell’autore, quasi acquerelli commentati con brevi incisi dalla studiosa di Bassani, Monica Pavani.
Nel racconto non mancano momenti più intimi, a tratti commossi, velati di poesia: ci sono gli studiosi di ebraismo e di ebraismo ferrarese in particolare, come Laura Graziani, profonda conoscitrice di ogni pietra del ghetto; Riccardo Calimani storico e divulgatore dell’ebraismo, che restituisce lo splendore di una figura come quella di Gracia Nasi, ricca e potente ebrea portoghese che alimenta le casse degli estensi, e rappresenta l’epoca d’oro degli ebrei a Ferrara; Mauro Perani grande esperto della tradizione cimiteriale ebraica e delle sue valenze letterarie, che ci guida in una suggestiva passeggiata “nell’orto degli ebrei”. Il Rabbino Scialom Bahbout, invece, che dalla settecentesca sala anatomica di quella che fu l’antica Università di Ferrara, illustra la figura di Isacco Lampronti, memorabile scienziato e talmudista del tempo.
I momenti di poesia, infine, sono affidati al ricordo e alla testimonianza di appartenenti alla comunità: il giovane Baruch Lampronti, discendente dello scienziato; il Rabbino Capo Luciano Caro; Cesare Finzi testimone scampato alla Shoah; Andrea Pesaro, con il quale attraversiamo il vero e mitico giardino dei Finzi, Magrini nella realtà, Contini nella finzione, di cui è discendente, quel giardino reso famoso nel mondo dalle parole di Giorgio Bassani e dalle immagini del film di De Sica; Paolo Zappaterra, fotografo che con i suoi libri di immagini ha fissato le tracce più nascoste del passaggio e della presenza degli ebrei a Ferrara.