Stasera in TV: Muntanar. L'Appennino reggiano - Su Rai5 (canale 23) una terra piena di memoria Stasera in TV: Muntanar. L'Appennino reggiano - Su Rai5 (canale 23) una terra piena di memoria
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Stasera in TV: Muntanar. L’Appennino reggiano – Su Rai5 (canale 23) una terra piena di memoria

Stasera in TV: Muntanar. L'Appennino reggiano - Su Rai5 (canale 23) una terra piena di memoria Stasera in TV: Muntanar. L'Appennino reggiano - Su Rai5 (canale 23) una terra piena di memoriaL’Appennino reggiano è una porzione dell’appennino tosco emiliano che si snoda tra Reggio Emilia e la Lunigiana, fino a toccare la provincia di Parma. Una terra punteggiata di piccoli borghi al centro del documentario “Muntanar. L’Appennino reggiano”, in onda domenica 23 maggio alle 22.15 su Rai5. Centro dell’Appennino Reggiano è la Roccia di Bismantova, un enorme monolite di arenaria, dalla forma inconfondibile, citato da Dante nel Purgatorio e guida dei pellegrini dei sentieri matildici, di uomini d’arme, degli innumerevoli pastori che hanno abitato queste montagne, di mercanti, di contrabbandieri, degli eroi della guerra di Liberazione. Ma ora, qui, l’emigrazione si è fatta sentire e si è mossa a diverse ondate. L’ultima, corposa, è stata quella che si è portata via intere famiglie che avevano smesso con la pastorizia e la vita di campagna per lavorare ai più redditizi canteri dell’Enel. Chiusi i cantieri, partiti tutti. E poi, giovani studenti che alla spicciolata sono andati via e sono rimasti in città dove tutto è un po’ più semplice e più comodo.
Eppure, c’è una specie di zoccolo duro che conta di non andarsene mai da qui e si batte per rendere le cose un po’ più semplici: ha costituito cooperative agricole, di comunità, di servizi, si è mosso per attivare reti, per costruire case di memoria e per fare esperienze ecosostenibili. Lavorando talmente bene che non solo è riuscito a resistere, ma anche a far tornare qualcuno e ad aprire porte a chi veniva da lontano.
È una terra piena di memoria l’Appennino Reggiano, lontana e recente. E la memoria recente, quella della guerra, è rimasta feroce e cocente nelle lapidi di Cervarolo, di Gombio, incisa nella pietra dei sentieri partigiani che abbiamo percorso anche noi. Ma anche nella musica e nelle canzoni, negli scatti di un fotografo tornato da molto lontano, nella lotta delle donne di questi luoghi, nelle stragi evitate e nella bella storia di un prete che dei figli di questa guerra si prese cura.

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