Stasera in TV: Marina Abramovic. The artist is present Stasera in TV: Marina Abramovic. The artist is present
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Stasera in TV: Marina Abramovic. The artist is present

Il videotestamento di una delle più grandi artiste della nostra epoca, presentato al Sundance Festival e premiato alla Berlinale 2012.

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Il magazine di Rai Cultura “Art Night” – in onda stasera alle 21.15 su Rai5 – propone il documentario “Marina Abramovic. The artist is present” di Matthew Akers. Un’opera che mette a nudo l’artista e la sua incessante ricerca che da quarant’anni analizza le emozioni ed i meccanismi dell’essere umano, in un felice matrimonio tra etica ed estetica.  Il documentario racconta tutte le fasi di quella che può essere considerata la tappa più importante della vita di Marina Abramovic: la personale al MoMA di New York del 2010, la mostra che l’ha eletta la madre della performing art.

Una mostra in cui tutte le sue più importanti performance sono state riproposte da giovani artisti che si sono preparati seguendo i suoi racconti, la sua esperienza e la sua storia. E il film permette di ripercorrere le tappe della sua storia che la portano, nel 2010, a interpretare la sua opera più difficile: “The artist is present”, una performance di tre mesi durante la quale l’artista sta immobile, in silenzio, seduta davanti a un tavolo per sette ore al giorno, a incontrare gli sguardi del pubblico, che quasi come in un solenne rituale pagano, le si avvicina lentamente e le si siede di fronte, per tutto il tempo che ritiene necessario.

Il film documenta e fissa molti di questi momenti straordinari in cui lo zoom delle telecamere è puntato sugli occhi di Marina e su quelli del suo interlocutore. Un dialogo che non lascia mai indifferenti. E, infatti, uno dei momenti più intensi del film è quando Ulay, compagno di vita e di arte della Abramovic per dodici anni, decide ad insaputa dell’artista di partecipare alla performance.  Lei alza gli occhi e lo vede, le lacrime scorrono copiose: sono lacrime vere, è la loro “riunione” dopo la separazione e la sofferenza. Abramovic fa un’eccezione alle rigide regole della performance, allunga le mani fino a toccare quelle dell’ex, è il “momento di verità” nell’opera, quella scintilla in cui l’umano e il poeta si identificano.

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