Artista concettuale e pittore, ma anche poeta, scrittore, drammaturgo e regista, uno dei grandi innovatori dell’arte italiana. Un personaggio al centro del doc “Emilio Isgrò. Come cancellare l’inutile”, in onda venerdì 11 agosto alle 19.25 su Rai 5.
Siciliano di nascita e milanese d’adozione, Isgrò è noto in tutto il mondo per le sue cancellature. Per lui sottrarre è aggiungere. In un mondo votato alla produzione incontrollata, alla globalizzazione della crescita senza fine, cancellare le parole vuol dire recuperarle e preservarle dall’usura. “Non è una banale negazione ma piuttosto l’affermazione di nuovi significati: è la trasformazione di un segno negativo in gesto positivo”. Così Isgrò cancella per esempio le leggi razziali. “È ebreo colui che è nato di madre ebrea”, diventa “È ebreo colui che è”, riuscendo a svelare nell’orrore di quelle pagine, le parole pronunciate da Yahweh sul Sinai. Il doc propone un dialogo franco, generoso, profondo tra l’artista e il regista Guido Talarico attraverso un viaggio nei suoi luoghi più cari: lo studio, l’archivio, il museo privato, la casa. Un vero e proprio testamento che guida nell’ esplorazione della poetica dell’artista ma anche attraverso un secolo di storia italiana.