Stasera in TV: L’Irpinia che resiste. Una terra amata
“Irpinia”: una terra spesso associata alle drammatiche immagini del terremoto del 1980, un evento dalla portata così straordinaria che ancora oggi, camminando per le strade di certi comuni, si possono toccare con mano i segni di quel 23 novembre. Ad Apice, ad esempio, addentrandosi nelle viuzze della città vecchia, sembra di essere tornati indietro nel tempo. Sedie divelte e arrugginite, registratori di cassa aperti e abbandonati, cuscini buttati in un angolo: ovunque si respira l’atmosfera di una vita interrotta, di una quotidianità strappata via d’improvviso. Una storia da cui parte Lucrezia Lo Bianco nel suo documentario “L’Irpinia che resiste”, in onda domenica 19 dicembre alle 22.15 su Rai5. Quando tutti i televisori italiani si sintonizzarono per seguire gli aggiornamenti sul terremoto, la gente cominciò a chiedersi dove fosse l’Irpinia e che tipo di storia avesse. Si scoprì che si trattava di un distretto storico-geografico campano, che corrisponde grosso modo al territorio dell’attuale provincia di Avellino. Il toponimo “Irpinia”, benché di origine moderna, fa riferimento al territorio occupato in epoca preromana dagli antichi Irpini, una tribù di stirpe sannitica stanziata lungo l’Appennino campano.
Tanti silenziosi eroi si sono succeduti nei secoli su queste terre. Da fieri guerrieri sanniti della Tribù del Lupo hanno combattuto i Romani; da intrepidi cavalieri, hanno lottato contro Longobardi e Normanni; hanno eretto fortezze e castelli sulle cime dei monti, per respingere gli invasori come veri briganti.
L’Irpinia è terra di passaggio e di emigrazione. ma anche di appartenenza e fierezza. E anche le persone incontrate nel documentario sono animate da orgoglio: nonostante gli eventi avversi e le difficoltà di una vita faticosa e tutt’altro che semplice, la gente qui ha un fortissimo senso di determinazione e resilienza, nonché una gran voglia di difendere e rilanciare questo territorio.