Stasera in tv "L'incredibile storia dell'Isola delle Rose"
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Stasera in tv “L’incredibile storia dell’Isola delle Rose”

La storia vera della repubblica indipendente nell’Alto Adriatico

Stasera in tv "L'incredibile storia dell'Isola delle Rose"

È tratto da una incredibile storia vera il film che che Rai 1 propone alle 21:25 di domenica primo settembre: “L’incredibile Storia dell’Isola delle Rose” di Sydney Sibilia, il regista di “Smetto quando voglio”.
Alla fine degli anni Cinquanta l’ingegnere bolognese Giorgio Rosa diede vita a un visionario progetto, al largo della Riviera romagnola: costruire un’isola artificiale, poco fuori dalle acque territoriali italiane. In una decina d’anni la piattaforma venne completata e resa abitabile, e poco più tardi Rosa si sarebbe messo in testa di farne un microstato indipendente, la Repubblica Esperantista dell’Isola delle Rose. Tutto vero, compreso il tentativo del suo fondatore di ottenere il riconoscimento, oltre che da parte dello Stato italiano, anche dell’Onu e del Consiglio d’Europa.
Sibilia, grazie anche alla sua vocazione nell’assemblare interpreti molto affiatati tra loro, con Elio Germano come centro orbitale, è riuscito a romanzare la vicenda e a farne un film allegro e anarchico, che fa riflettere sulla possibilità di evasione e conflittualità offerte dall’Italia del boom economico, mostrando anche però il risvolto di prepotenza e austerità della classe politica. Anche in questo lavoro, come nei precedenti, l’autore riesce a stressare luce e colore, e la fotografia rimanda a quella dei film amatoriali d’epoca, rendendo il prodotto ancor più originale.
La critica ha accolto il film in maniera contrastante. Fabio Ferzetti su L’Espresso scrive che la storia «è raccontata come una specie di commedia balnear-giovanilista a tinte pop, un paio d’ore di cattivo cinema e pseudo informazione». Nannelli su Il Giornale parla di vero e proprio passo falso: «un vintage-pop in salsa balneare con sottotesto ideologico che non funziona». Niola su Wired promuove il film e ne loda lo sforzo produttivo. Per Battocletti de Il Sole 24 Ore invece manca «la corrosività del film d’esordio» di Sibilia.

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