Stasera in TV: Le "Pietre d'inciampo" di Rai Storia (canale 54) - La storia delle famiglie Procaccia, Molco, Pacifici Stasera in TV: Le "Pietre d'inciampo" di Rai Storia (canale 54) - La storia delle famiglie Procaccia, Molco, Pacifici
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Stasera in TV: Le “Pietre d’inciampo” di Rai Storia (canale 54) – La storia delle famiglie Procaccia, Molco, Pacifici

Stasera in TV: Le "Pietre d'inciampo" di Rai Storia (canale 54) - La storia delle famiglie Procaccia, Molco, Pacifici Stasera in TV: Le "Pietre d'inciampo" di Rai Storia (canale 54) - La storia delle famiglie Procaccia, Molco, PacificiSono ricordati da nove pietre d’inciampo collocate in Piazza Bovio a Napoli, i componenti delle famiglie Procaccia, Molco, Pacifici, tra loro parenti e tutti vittime della Shoah. Le loro storie sono raccontate da Annalena Benini nell’appuntamento con “Pietre D’Inciampo”, la nuova docu-serie storica ideata da Simona Ercolani, prodotta da Stand by me in collaborazione con Rai Cultura, in onda giovedì 29 ottobre alle 20.45 su Rai Storia. Amedeo Procaccia e Jole Benedetti, marito e moglie di origine ebraica che negli anni ’30 abbracciano la fede fascista, hanno un figlio maschio, Aldo, e due figlie femmine, Yvonne e Elda. Alla fine degli anni ’30, Yvonne e Elda sposano due amici venuti dalla Toscana, Sergio Molco e Loris Pacifici. Nell’estate del 1943, per sfuggire ai bombardamenti che stanno mettendo in ginocchio la città partenopea, si rifugiano tutti in Toscana, vicino a Lucca, pensando di essere al sicuro. Ma il 6 dicembre, in seguito a una delazione, vengono arrestati dalle milizie fasciste. Sono portati al campo di transito di Bagni di Lucca e da lì avviati ad Auschwitz, dove moriranno. La più piccola, Luciana, di soli 7 mesi, muore durante il trasferimento sul convoglio numero 6, partito il 30 gennaio 1944 dal famigerato binario 21 della stazione Centrale di Milano. Sergio Molco, la moglie Yvonne e il figlio Renato riescono a sfuggire all’arresto, ma Sergio viene arrestato poche settimane dopo. Lo attende lo stesso destino del resto della famiglia: deportato ad Auschwitz il 6 febbraio, muore 22 giorni dopo.

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