Stasera in TV: L’Art Night di Rai5 (canale 23) – Gli abissi di Tiepolo e Shoot it! L’ultimo scatto del Bang Bang Club
Duecentocinquanta anni fa, il 27 marzo 1770, moriva a Madrid Giovan Battista Tiepolo. “Art Night”, il programma di Rai Cultura dedicato all’arte, celebra l’ultimo grande pittore italiano dell’età moderna con la serie di Tomaso Montanari “Gli abissi di Tiepolo” per la regia di Luca Criscenti, in onda in prima visione dal 27 novembre al 18 dicembre, ogni venerdì alle 21.15 su Rai5. La serie ripercorre in quattro puntate la biografia dell’artista e ne descrive il genio, spaziando dal suo primo lavoro, a Massanzago (Padova), all’ultimo capolavoro italiano della sua maturità, la volta del salone di Villa Pisani a Stra, passando per l’incanto del colore dei suoi affreschi nel Palazzo patriarcale di Udine e per la leggerezza danzante delle sale di Palazzo Labia a Venezia che vivono della stessa luce delle acque del Canal Grande. Un pittore che forse più di ogni altro, nella nostra storia, ha celebrato i diritti della fantasia e il trionfo della luce. Nella prima puntata, dal titolo “I diritti della fantasia”, il viaggio alla scoperta di Tiepolo comincia dalla sua città, Venezia, e dall’entroterra veneto fra ville, palazzi, gallerie, dove ancora giovanissimo dipinge, sulle pareti di Villa Baglioni, a Massanzago, la sua prima grande opera di tema mitologico, La caduta di Fetonte; qualche anno dopo, affresca il soffitto di Palazzo Sandi, sul Canal Grande; ed è già una celebrità, in procinto di partire per Madrid, al servizio del re di Spagna, quando realizza il grande soffitto di Villa Pisani, sul Brenta. Tra la prima e l’ultima opera sono passati più di quarant’anni. Ma il filo conduttore è sempre lo stesso: non una pittura di realtà ma il trionfo, elegantissimo, dei colori e della fantasia.
A seguire, “Art Night” propone il documentario in prima visione “Shoot it! L’ultimo scatto del Bang Bang Club”. Il Bang Bang Club era un gruppo di quattro giovani fotografi senza paura che si proponevano di esporre la realtà dell’apartheid in Sud Africa, una battaglia che ha cambiato una nazione ma che ha finito quasi per distruggerla. Questa è la storia di un successo inaudito e di una tragedia. È anche la storia di una grande amicizia nella lotta per la libertà in Sud Africa. Poco più che ventenni, Ken Oosterbroek, Joao Silva, Kevin Carter e Greg Marinovich sono andati nei quartieri neri per registrare la violenza di quel momento, cosa che nessun altro fotografo bianco aveva mai osato fare. Le loro immagini hanno fatto il giro del mondo e sono apparse sulle prime pagine del New York Times, del Washington Post e del Time Magazine.