Stasera in TV: “La vera storia della Uno Bianca”. Secondo appuntamento della serie #CrimeDoc targata Rai Documentari prima serata su Rai2
Uno dei casi di cronaca più agghiaccianti, una escalation di rapine e omicidi che ha insanguinato l’Emilia Romagna e le Marche per sette lunghi anni, dal 1987 al 1994 e che ha sconvolto un’intera nazione. Per il ciclo Crime Doc targato Rai Documentari va in onda il 29 novembre in prima serata su Rai 2 la docuserie in 2 episodi “La vera storia della Uno Bianca”, una coproduzione Rai Documentari e Verve Media Company.
Ventiquattro omicidi e più di cento feriti, sette anni di indagini della polizia per arrivare a scoprire che i colpevoli portavano la divisa e che del proprio ruolo si servirono per riuscire a non essere scoperti. Alla fine tutti i componenti della banda sono stati processati e ritenuti colpevoli, grazie alle indagini compiute da due poliziotti della Questura di Rimini, Luciano Baglioni e Pietro Costanza, insieme al giudice Daniele Paci.
La docuserie ripercorre le tappe del percorso criminale della banda identificata dalla macchina che rubavano, una Uno bianca, scelta perché era la più comune e quindi si confondeva tra le altre. La banda composta da 6 persone di cui 5 appartenenti alla Polizia di Stato, ha potuto agire per molti anni indisturbata rapinando caselli, supermercati, banche, uffici postali e benzinai. A parlare sono i protagonisti delle indagini, i due poliziotti Baglioni e Costanza, che si sono messi sulle tracce dei fratelli Savi, il giudice Daniele Paci che volle costituire il ristretto pool investigativo interforze sul caso ed Eva Mikula, la giovanissima compagna di uno dei capi della Uno Bianca, Fabio Savi. La donna racconterà la sua verità sulla banda anche attraverso preziosi documenti originali inediti.
Tra le tante testimonianze quelle di chi è sopravvissuto agli attacchi della banda, come Luca Di Martino, o Ada Di Campi, poliziotta che fu vittima di un agguato insieme ai colleghi e che racconta per la prima volta quanto accaduto
Oltre alla verità processuale, la docuserie vuole dare voce anche a coloro che ritengono che la storia della Uno bianca non sia conclusa del tutto. Dubbi che vanno in diverse direzioni e che chiedono ancora oggi dopo 30 anni, una risposta chiara e precisa.
Nel documentario, l’avvocato di uno dei fratelli Savi legge una lettera inedita di Fabio Savi, che scrive dal carcere di Bollate, Missiva indirizzata anche ai familiari delle vittime, a cui viene data voce attraverso la testimonianza della signora Stefanini, madre di Otello, caduto sotto i colpi della banda al Pilastro, di Alessandra Moneta, sorella di Andrea Moneta anche lui trucidato la notte del Pilastro e di Rosanna Zecchi, presidente dell’associazione familiari delle vittime Uno Bianca.