Stasera in tv "La Russa dinasty", seconda parte, a "Report"
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Stasera in tv “La Russa dinasty”, seconda parte, a “Report”

E poi le periferie e il mondo delle sigarette elettroniche

Stasera in tv "La Russa dinasty", seconda parte, a "Report"

Con “La Russa dinasty 2”, di Giorgio Mottola, con la collaborazione di Greta Orsi, Report, nella puntata in onda lunedì 13 novembre alle 20.55, su Rai 3 e RaiPlay, torna ad occuparsi della famiglia del Presidente del Senato con un’intervista inedita a un ex parlamentare e dirigente nazionale dell’Msi che conferma i rapporti della famiglia La Russa con alcuni finanzieri opachi, uno dei quali ha fatto fortuna grazie alle leggi razziali contro gli ebrei, e con il banchiere della mafia e della P2 Michele Sindona. Nel corso della puntata sarà trasmessa anche l’intervista esclusiva a uno degli ex militanti neofascisti condannati per l’omicidio del poliziotto Antonio Marino che rivelerà particolari inediti legati agli scontri e ai risarcimenti di quel 12 aprile 1973, noto come il giovedì nero di Milano.

Report ricostruirà inoltre la genesi delle relazioni tra il Presidente del Senato e Silvio Berlusconi, attraverso la testimonianza di un ex parlamentare di Alleanza Nazionale e del Popolo della libertà, e l’origine della frattura tra Fini e Berlusconi. Infine, Report rivelerà le dinamiche riguardanti il cognato di Ignazio La Russa, Gaetano Raspagliesi, per l’acquisto di un altro call center, questa volta in Lombardia. La seconda inchiesta della puntata, firmata da Bernardo Iovene con la collaborazione di Lidia Galeazzo e Greta Orsi, si intitola “Periferie d’autore”.

Saranno demolite le ultime vele di Scampia. Anche le stecche del Bronx di San Giovanni a Teduccio e i Bipiani di amianto di Ponticelli saranno abbattuti per costruire nuovi quartieri con i finanziamenti del PNRR. A Roma invece il serpentone di Corviale e l’R5 di Tor Bella Monaca, quartieri simbolo del degrado della periferia romana, saranno ristrutturati. Sono progetti già avviati con i PUI, Piani Urbani Integrati, che rischiano il blocco anche perché il governo ha proposto lo stralcio alla Commissione Europea.

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