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Nella prima guerra mondiale molte donne, in Italia, si misero al servizio del Paese in vari modi, subentrando agli uomini inviati al fronte: al lavoro nei campi, operaie nelle fabbriche di munizioni, impiegate negli “Uffici Notizie”, persino alla guida dei tram, nelle grandi città. Ma al termine del conflitto ci fu un riconoscimento dello Stato per il loro impegno e per i sacrifici affrontati?
Attraverso le storie di alcune figure rappresentative del mondo femminile laico e cattolico, spesso poco conosciute, il documentario di Piero Badaloni “La lunga marcia”, in onda in prima visione stasera alle 21.10 su Rai Storia, ricostruisce il faticoso cammino verso la conquista dei propri diritti.
Il Parlamento, dopo la Grande Guerra, stabilì che le donne dovevano riprendere la loro vita domestica, ridando agli affetti familiari la loro indiscussa preminenza. Ma in molte non si arresero e cominciarono una lunga marcia per conquistarsi una parità di diritti con gli uomini. Ci vollero però decenni e un’altra guerra mondiale, per ottenere il diritto al voto.