Stasera in TV: “Italiani”. Isabella d’Este e Lucrezia Borgia
Nel XVI secolo, al tempo in cui l’Italia è frammentata in numerosi piccoli Stati retti da illustri casati, due donne, profondamente diverse tra loro per indole e storia familiare, e tuttavia diventate cognate, lasciano il segno: Isabella d’Este e Lucrezia Borgia di cui parlano sia le cronache contemporanee sia le generazioni successive.
Rappresentano due corti italiane centenarie che hanno esportato cultura: Mantova, già capitale italiana della cultura 2016, città dei Gonzaga che sotto Isabella e il marito Francesco II, si arricchisce di innumerevoli splendori artistici, e la corte di Ferrara, il cuore estense, definita nel Rinascimento “la prima città europea”.
Il doc scritto da Marta La Licata, con la collaborazione di Alessandra Necci, diretto da Fedora Sasso, in onda per il ciclo “Italiani” stasera alle 22.50, racconta analogie e differenze tra due donne del Rinascimento che sono riuscite a conquistare grande spazio pubblico e nicchie di eccellenza. Isabella d’Este Gonzaga, bambina prodigio, affascinata dai viaggi, la moda e la musica, verrà definita dai suoi contemporanei la prima donna del mondo e incarna un modello di principe umanista.
Il nome di Lucrezia Borgia, invece, è sempre stato associato a veleni, intrighi e incesti, ma alla luce di nuovi studi – basati su registri, documenti amministrativi e lettere segrete scritte in codice – possiamo dire che, in realtà, ha avuto grandi capacità di reggenza del ducato in assenza del marito e che ha sempre avuto come fine ultimo il benessere dei suoi sudditi e la sopravvivenza dello Stato estense. Lucrezia Borgia è interpretata da Maria Grazia Toccaceli.
Nel ruolo di Isabella d’Este c’è Federica Restani, attrice mantovana, mentre Adolfo Vaini è il notaio Odoardo Stivini. Intervengono nel racconto Diane Ghirardo della University of Southern California, lo storico Tommaso di Carpegna Falconieri, Lorenzo Bonoldi, storico dell’arte, il vicedirettore del Complesso Museale del Palazzo Ducale di Mantova, Renata Casarin, la direttrice dell’Archivio di Stato di Modena Patrizia Cremonini e lo scrittore Giancarlo Malacarne.