Stasera in TV: Italiani - Andrea Camilleri. Vigata nel cuore Stasera in TV: Italiani - Andrea Camilleri. Vigata nel cuore
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Stasera in TV: Italiani – Andrea Camilleri. Vigata nel cuore

Stasera in TV: Italiani - Andrea Camilleri. Vigata nel cuore Stasera in TV: Italiani - Andrea Camilleri. Vigata nel cuoreA tre anni dalla scomparsa, Rai Storia ricorda Andrea Camilleri con “Andrea Camilleri Vigàta nel cuore” per la regia di Flavia Ruggeri, in onda domenica 17 luglio alle 19.45 su Rai Storia per “Italiani”. Camilleri nasce a Porto Empedocle il 6 settembre 1925 e vive fino al 1943 tra Porto Empedocle ed Agrigento dove frequenta il liceo classico.

Ottiene la maturità senza sostenere l’esame, ma solo per scrutinio, a causa dell’incalzare della guerra e dell’imminente sbarco degli Alleati in Sicilia. Successivamente si iscrive alla Facoltà di Lettere dell’Università di Palermo, ma non prosegue gli studi umanistici. Già nell’immediato dopoguerra, tra il 1946 e il 1947, scrive dei racconti pubblicati su L’Italia socialista e L’Ora di Palermo. Sostiene l’esame per entrare all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica diretta da Silvio D’Amico a Roma e frequenta il corso di regia tenuto da Orazio Costa, che Camilleri considererà sempre il suo vero maestro. Negli anni Cinquanta è regista teatrale e inizia a lavorare anche per la Rai, in radiofonia. Negli anni Sessanta è il primo a mettere in scena in Italia il “teatro dell’assurdo” di Beckett, Ionesco, Adamov e cura anche molti sceneggiati di successo come “Le avventure di Laura Storm”, con Lauretta Masiero; la serie del Tenente Sheridan con Ubaldo Lay; ma soprattutto “Le inchieste del commissario Maigret” con Gino Cervi. Ha, inoltre, il merito di far conoscere al grande pubblico televisivo la drammaturgia di Edoardo De Filippo, primo intellettuale di sinistra che sceglie di collaborare con la Rai. Nel 1974 ottiene la cattedra di Regia all’Accademia d’arte drammatica, che manterrà per 20 anni.

Dagli anni Ottanta, Camilleri affianca all’attività di regista quella di scrittore con romanzi di ambientazione siciliana, una Sicilia diventata ormai luogo mitico per i suoi lettori. Come l’immaginaria cittadina di Vigàta – scenario delle inchieste del commissario Montalbano – situata tra Porto Empedocle ed Agrigento in una delle zone più solari dell’Isola. Sperimenta un linguaggio nuovo, un mix di dialetto e italiano. Il suo “siciliano”, infatti, come la sua Sicilia, non esiste. E questa sua scrittura originale ed avvincente diventa veramente unica. Nel 1992 pubblica “La stagione della caccia” con Sellerio e grazie soprattutto al passaparola dei lettori inizia a diventare un autore cult. Scrivere diventa la sua unica attività. “La forma dell’acqua” del 1994 è il suo primo romanzo poliziesco dove compare il commissario Salvo Montalbano. Ma solo con “Il cane di terracotta” del 1995 definirà meglio i caratteri del protagonista che gli procurerà un successo strepitoso. Sa di non essere – e d’altronde non vuole esserlo – uno scrittore “impegnato” ma si considera “autore d’intrattenimento alto”, un genere assente in Italia. Il “fenomeno Camilleri” si espande: se nel 1996 sono state vendute 18 mila copie, l’anno successivo si arriva a 170 mila. E nel 1998 a 900 mila copie, fino ai 15 milioni di oggi e alle traduzioni in ventidue lingue.

Il successo dei libri con protagonista Montalbano convince anche la Rai a produrre un vero e proprio serial con Luca Zingaretti che ha saputo far crescere il personaggio consacrandolo al grande pubblico. Una serie che ha fatto record d’ascolto toccando anche i 10 milioni di telespettatori a puntata.

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