Dal granaio d’Italia, in Puglia, alle mele dell’Alto Adige, c’è un seme che sta germinando, ed è quello della “resistenza”. La resistenza a una globalizzazione e privatizzazione dei frutti della terra che ha cancellato il 75% di tutte le varietà vegetali del nostro territorio, che aveva la biodiversità più invidiata al mondo. “Il seme della resistenza” è il titolo del secondo appuntamento di “Indovina chi viene a cena”, il programma di Sabrina Giannini in onda sabato 10 settembre alle 21.20 su Rai3: un viaggio nella resistenza agricola e nel riscatto di un vero “made in Italy” che recupera i nostri sapori perduti a causa della selezione genetica, che combatte una guerra per la sovranità alimentare e un equo compenso ad agricoltori, molitori, produttori di pasta e pane. Obiettivo ritrovare quella dignità agricola oggi sottomessa a regole di mercato, a brevetti e contratti vincolanti. E poi lìimpegno di produttori di grano e panificatori che impiegano soltanto grani antichi, a fatica recuperati, coltivatori contrari alle monocolture delle mele e all’uso di pesticidi… Un movimento sempre più vicino ai consumatori, che hanno compreso il valore nutrizionale di un’agricoltura tradizionale e genuina, a a volte sono anche confusi. Come ad esempio nel caso della pasta, dove la regola che debba essere di grano italiano ed essiccata lentamente e a bassa temperatura per poter aver il marchio “made in Italy” viene spesso aggirata. Esiste un modo per sapere con chiarezza qual è la vera pasta italiana?