Stasera in TV: "Il "Passato e Presente" di Rai Storia (canale 54)". Ritratto di Nino Andreatta Oggi in TV: "A "Passato e Presente" le stragi naziste". Su Rai3 con Paolo Mieli e la professoressa Isabella Insolvibile
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Stasera in TV: “Il “Passato e Presente” di Rai Storia (canale 54)”. Ritratto di Nino Andreatta

Stasera in TV: "Il "Passato e Presente" di Rai Storia (canale 54)". Ritratto di Nino Andreatta Oggi in TV: "A "Passato e Presente" le stragi naziste". Su Rai3 con Paolo Mieli e la professoressa Isabella InsolvibileIl 15 dicembre del 1999, mentre si discute la legge Finanziaria del primo governo D’Alema, Beniamino Andreatta viene colto da malore e, in seguito, da un’ischemia celebrale che lo fa entrare in coma.

Per colui che è stato cinque volte Ministro della Repubblica Italiana inizia un calvario di sette anni. Un personaggio ricordato da Paolo Mieli con il professor Agostino Giovagnoli a “Passato e Presente”, il programma di Rai Cultura in onda staseralle 20.30 su Rai Storia. Andretta, trentino di nascita e bolognese di adozione, da giovane professore di politica economica e finanziaria e allievo del cristianesimo sociale di Dossetti, diviene consulente economico del primo Governo Moro. Nel 1976, viene eletto per la prima volta senatore.

Ma è nel ruolo di ministro del Tesoro del primo governo Forlani – e poi confermato nel primo governo Spadolini – che Andreatta compie uno dei passi che avranno maggiori conseguenze per la storia economica e finanziaria del nostro Paese: in accordo con l’allora governatore della Banca d’Italia, sancisce “il divorzio” tra quest’ultima e il Tesoro; una soluzione per arginare le modalità attraverso cui il sistema costruisce liquidità per autofinanziarsi in maniera drogata.

Seguiranno anni difficili per Andreatta da un punto di vista politico ma, prima nel 1992 come Ministro degli Esteri e poi come promotore, dopo gli scandali e le inchieste di Mani Pulite, della nascita del Partito Popolare prima e dell’Ulivo dopo, avrà nuovamente modo di poter offrire il suo rigore e la sua professionalità alla politica italiana. Andreatta si spegne il 26 marzo del 2007, la sua Bologna lo saluta con la frase che amava spesso ripetere come suo obiettivo e stile di vita: “Non c’è niente di più sovversivo della Verità”.

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