In prima visione su Rai 3, martedì 7 gennaio alle 21.20, una divertente commedia con Fabrice Luchini e Catherine Frot, dal titolo “
Un uomo felice”, diretta da Tristan Séguéla.
Luchini è Jean, un sindaco conservatore, la cui vita cambia drasticamente quando sua moglie Edith, interpretata da Catherine Frot, con cui è sposato da quarant’anni, annuncia di voler intraprendere un percorso di transizione di genere. Presentato al Festival de l’Alpe-d’Huez, il film esplora temi che riguardano l’identità sessuale e di genere con ironia e sensibilità e affronta pregiudizi e sfide relazionali, ponendosi delle domande sulla vera natura dell’amore e delle convinzioni personali.
Che la commedia, fra tutti i generi, sia quello più ricettivo all’aria dei tempi non è certo una novità. E che, ancora, sia anche il genere capace più di tutti di giocare con i ruoli e le identità sessuali, divertendosi spesso e volentieri a ribaltarne i rapporti di forza (è un po’ scontato citare Howard Hawks, ma in questi casi il cinema di Hawks dovrebbe funzionare da unico modello possibile), è forse ancora più scontato. Per cui un’operazione come Un uomo felice, che porta nel paesaggio della provincia francese temi come la transessualità e la disforia di genere mettendo in crisi la tipica figura maschio “alla Fabrice Luchini” (cioè arrogante e ottuso, ma in fondo buono e umanissimo), non suscita alcuna sorpresa o scandalo; al massimo funziona come semplice adattamento di mode culturali a modelli narrativi consolidati.
Del resto, il discorso di fondo è ancora quello che più di dieci anni fa caratterizzava Potiche – La bella statuina di François Ozon, in cui lo “scandalo” non era di natura sessuale ma imprenditoriale: il maschio mal acconsente al mutamento dello status quo e non sa accettare che tocchi alle donne cambiare le regole del gioco.
Raiplay.