Rosa e Igor sono sposati da quarant’anni ma il loro matrimonio si è incrinato con la scomparsa della figlia più giovane, Maja. L’unica persona che può costringerli a uscire dal proprio guscio di dolore è la figlia maggiore, Nadia. Una scoperta sul passato di Maja costringerà Rosa a ritrovare sé stessa e a vivere di nuovo. È il film “
Rosa”, per la regia di Katja Colja, in onda lunedì 11 novembre alle 21.15 su Rai 5. Nel cast, Lunetta Savino, Boris Cavazza, Simonetta Solder, Anita Kravos, Maurizio Fanin Branko Djuric.
La regista triestina, alla sua opera prima, sceglie di mettere in scena delle sfumature essenziali dell’essere donna (complice anche la sceneggiatura scritta a quattro mani con Angelo Carbone), esplorando anche i confini mentali e corporali, che spesso – tanto più da noi – sono ancora un tabù. Sin dalla prima inquadratura Rosa denota uno stile delicato, che vuole giocare in sottrazione e non urlare, il tutto in linea con l’atteggiamento della protagonista rispetto alla perdita.
Traspare nel lungometraggio lo sguardo documentaristico della Colja (talvolta resta a distanza e osserva, significativo il momento della cena tra marito e moglie in due stanze adiacenti) e di come abbia voluto rendere anche geograficamente i confini, non solo tra Trieste e la Slovenia, ma anche nel modo di vivere e sentire lo spazio della casa abitata da Rosa e Igor – e non solo (senza contare che la stessa morte è un limen). «Io voglio stare coi vivi e non coi morti come fai tu», ascoltiamo significativamente. Lo sguardo nel riprendere Rosa in rapporto al cimitero muta nel dipanarsi della vicenda quasi a voler evidenziare il cambiamento interiore elaborato dalla donna. La forza di Rosa risiede pure nei toni adottati, la Savino riesce a essere, infatti, una maschera del dolore trattenuto, senza trascurare l’ironia.
Raiplay.