C’è una teca all’ingresso del Museo Archeologico di Napoli. Celebra lo scudetto della squadra di calcio con una didascalia: “Il MANN festeggia una stagione capolavoro!”. Basta questa immagine, unica nel suo genere e certamente insolita per un museo, per raccontare il rapporto simbiotico una delle più antiche e importanti istituzioni culturali al mondo per ricchezza e unicità del suo patrimonio, e la città di Napoli. Un luogo raccontato dal documentario di Gandolfo “’O Museo” – prodotto da GA&A Productions in collaborazione con Rai Cultura, in onda mercoledì 26 giugno alle 19.25 su Rai 5. Un rapporto tra il museo e la sua città condensa sacro e profano, opere uniche e cultura popolare, e suggella il matrimonio tra le due anime di Napoli, cuore del meridione e città unica e irripetibile. Da otto anni il MANN non è soltanto un museo, ma anche un punto di riferimento per la città di Napoli, un centro culturale e antropologico che unisce archeologia e società abbracciando i quartieri Forcella e Sanità, che il Museo mira a riqualificare con le sue iniziative. Tra storia e contemporaneità, racconteremo la vita e il ruolo sociale di ‘O Museo – come lo chiamano i napoletani – nel percorso che lo porterà a essere il Museo del Futuro e il punto di riferimento di una delle città più amate al mondo.
Nel 1738 Carlo di Borbone pose la prima pietra di una reggia a Capodimonte per farne un museo nel quale vennero ospitate le pitture della collezione Farnese, ereditate dalla madre Elisabetta. Poco tempo dopo le sale espositive del Museo Ercolanese, nella reggia di Portici, risultarono sia insufficiente ad accogliere il grande numero di pitture, mosaici, sculture e suppellettili provenienti dagli scavi archeologici di Pompei, Ercolano e Stabia, sia pericolose per l’incolumità delle opere minacciate dalle eruzioni del Vesuvio, come accadde nel 1767.