Stasera in tv grande appuntamento con Isole
Ventotene
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Ventotene era conosciuta già al tempo dei Greci e Romani, i quali usavano chiamarla Pandataria o Pandateria (Παντατήρια in greco antico), da cui deriva l’interessante evoluzione filologica del nome. Dall’antico toponimo grecoΠανδαταερíα e Πανδατερíα(‘colei che distribuisce tutto’), forse per la presenza di un tempio dedicato a una perduta divinità locale, nome che fu poi nei secoli trasformato in Bentitiene (‘isola dai fondali buoni tenitori’) o Bentitieni e anche Eutitieni, quest’ultimo in una singolare contaminazione tra greco e italiano.
L’antica Pandataria divenne famosa perché fu l’isola in cui prima, nel 2 a.C., Augusto esiliò la figlia Giulia, cui si accompagnò volontariamente la madre Scribonia (resti di villa Giulia a Punta Eolo), poi l’imperatore Tiberio esiliò la nipote Agrippina nel 29 d.C., che si lasciò morire di fame sull’isola nel 33 d.C., e più tardi, nel 62 d.C., l’imperatore Nerone esiliò la prima moglie Ottavia, dopo averla ripudiata con il pretesto di non avergli dato figli, ma in realtà per l’odio che egli provava per lei in quanto figlia di Claudio e beneamata dal popolo.
Del periodo romano a Ventotene sono rimaste diverse rovine di ville e acquedotti, il porto antico e le peschiere modellate nelle rocce vulcaniche di tufo.
L’isola rimase prevalentemente disabitata fino al 1771, quando, per decreto di Ferdinando IV di Napoli, fu popolata da coloni provenienti dalla Campania, principalmente da Torre del Greco e Ischia.
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