Stasera in tv grande appuntamento con Cinema Italia
La “Prova d’orchestra” di Fellini
Giorgio Strehler sul Corriere della Sera del 14 marzo 1979: «amaro, direi disperato e inquietante apologo, questo di Fellini. Certo, proiettato sul piccolo schermo, nella placenta evasiva delle camere buie di tanti telespettatori, non solamente italiani, non potrà non lasciare sgomento chi si pone qualche domanda sul mondo in cui viviamo, sulla qualità di questa Prova d’orchestra che è nostra, che è di tutti i giorni…»
Il Fellini sognatore, visionario, narcisista inguaribile, instancabile raccontatore di sé, avverso a ogni forma di impegno, è uscito dal proprio “ego” per dare uno sguardo fuori, alla realtà che ci circonda, mettendoci sotto gli occhi una immagine inquietante dell’Italia odierna. (Costanzo Costantini, Il Messaggero, 12 novembre 1978).
Il film inizia con il vecchio copista che racconta la storia dei tre papi e dei sette vescovi che si trovano all’interno di un oratorio duecentesco, trasformato in auditorium nel Settecento. La stanza vuota, riempita solo dalla voce del copista, inizia a popolarsi di leggii, spartiti, quadri che raffigurano musicisti del passato fra i quali Wolfgang Amadeus Mozart. “Oggi il pubblico non è più così”, afferma il vecchio copista mentre sistema i fogli per l’arrivo dell’orchestra. Ed ecco che sbuca la televisione, ancora parzialmente discreta, nel riprendere la seduta di prove. Il regista (la voce è dello stesso Fellini) inizia a interrogare tutti gli elementi dell’orchestra a uno a uno. I musicisti scherzano, ridono, si fanno beffe a vicenda.