Stasera in TV: “”Francesco Guccini. La mia Thule””. Su Rai5 (canale 23) per gli ottant’anni del “Maestrone”
Un evento unico, in cui vita e musica si fanno una cosa sola: la registrazione che Francesco Guccini, con i musicisti di sempre, ha fatto – nel 2013, nel Mulino di Pavana, sull’Appennino tosco-emiliano – degli otto brani che compongono quello che Guccini dichiarò sarebbe stato il suo ultimo disco, L’ultima Thule. Un addio alla canzone fatto cantando e raccontato dal film-documentario “Francesco Guccini. La Mia Thule” – ideato e diretto da Francesco Conversano e Nene Grignaffini, prodotto da Movie Movie con Limentra – che Rai Cultura propone stasera alle 21.15 su Rai5, nel giorno dell’ottantesimo compleanno del cantautore.
Dopo aver raccontato nelle sue canzoni e nei suoi libri storie, vite, esistenze, Guccini, vuol condividere con chi lo ha sempre amato, nei brani del disco “L’ultima Thule” (mitica e remota isola dei mari del nord), una dimensione intima e personale come forse mai aveva fatto prima. E infatti la registrazione di questa sua avventura avviene in un luogo a lui molto caro, il Mulino di Pavana, sull’Appennino, dove Guccini ha trascorso la sua infanzia e la sua adolescenza.
Un luogo fisico dunque, ma anche fortemente simbolico, un luogo “magico” in cui Guccini ritrova il calore, gli affetti e i legami di un tempo. Il Mulino è stato per lui il luogo delle scoperte e della formazione, il “microcosmo” dal quale ha potuto attingere il materiale per le sue canzoni e i suoi libri.
Da qui è nata l’idea di convincere il suo storico gruppo di musicisti ad accettare la sfida: trasformare il vecchio Mulino in una sala di registrazione facendo convivere il vecchio e l’antico con la tecnologia moderna.
Per quattro settimane Guccini con i suoi musicisti, all’interno del Mulino dei nonni a Pavana, con il “sottofondo” del suono del fiume Limentra, canta e registra le sue ultime canzoni. Per la prima volta si vive insieme una esperienza di reale convivenza e partecipazione: si lavora, si scherza, si mangia e si brinda. Ogni tanto vecchi amici, come Luciano Ligabue e Leonardo Pieraccioni, vengono a trovarlo.
Lo stile del racconto del film rimanda all’atmosfera e al concept del disco, restituendo – nelle immagini, nelle parole e nella musica – la scelta di Francesco di eseguire le sue nuove canzoni in un ambiente a lui familiare, in un paesaggio naturale e al tempo stesso “potente” (l’Appennino), in una atmosfera unica e irripetibile.