Stasera in TV Ezio Mauro con “Lenin – Cronaca di un mistero”
La figura di Vladimir Lenin, leader rivoluzionario e protagonista indiscusso della storia russa ed europea del Novecento, continua a esercitare un fascino magnetico. A cento anni dalla sua morte, il suo nome si lega ancora a enigmi insoluti, intrighi politici e teorie che alimentano un vero e proprio “thriller storico”. La sua fine non è semplicemente la conclusione della vita di un uomo, ma un evento che segna un momento di passaggio cruciale nella storia mondiale.
Ezio Mauro, celebre giornalista e già direttore de La Repubblica, ha deciso di approfondire questo enigmatico capitolo con una serata speciale intitolata “Lenin, cronaca di un mistero”, in onda su La7 mercoledì 11 dicembre in prima serata. L’evento promette di svelare nuovi dettagli sulla morte di Lenin e di far luce sulle ombre che ancora oggi avvolgono i suoi ultimi giorni di vita. Ma cosa sappiamo davvero sulla morte del rivoluzionario sovietico? Quali segreti celano i documenti e le testimonianze storiche? Scopriamolo insieme.
La morte di Lenin: un mistero che resiste al tempo
Il 21 gennaio 1924, Vladimir Lenin si spegne nella sua residenza a Gorki, alle porte di Mosca. La notizia della sua morte scuote profondamente l’Unione Sovietica e il resto del mondo. Nonostante la diagnosi ufficiale di morte per ictus e le condizioni di salute già compromesse, non tutti gli interrogativi trovano risposta.
Le cause della sua morte sono state infatti argomento di dibattiti, speculazioni e indagini per decenni. Tra le ipotesi avanzate troveremo: un complotto politico, un avvelenamento, le ferite riportate durante l’attentato del 1918 e persino patologie come la sifilide. Ogni teoria apre spiragli su scenari fatti di intrighi e rivalità, rendendo difficile separare mito e realtà.
Il segreto nei diari medici: cosa nascondono?
Ezio Mauro pone particolare attenzione sui diari medici che documentarono il declino fisico di Lenin negli anni della malattia. Questi documenti, sequestrati dal regime sovietico e tenuti segreti per cento anni, rappresentano una fonte essenziale per analizzare lo stato di salute del leader bolscevico.
Da quanto emerge, la sua salute cominciò a peggiorare rapidamente dopo il celebre attentato del 1918, quando Lenin fu colpito da una pallottola al collo, mai rimossa. A questo si aggiunsero episodi di trombosi e arteriosclerosi, ma l’ipotesi di una sifilide latente, supportata da alcuni studiosi, lancia nuove ombre sull’effettiva causa della morte.
Mauro esplora queste teorie mettendo a confronto le interpretazioni degli storici e dei medici, lasciando spazio a un’interessante riflessione: fu davvero una morte naturale o ci troviamo davanti a un possibile occultamento della verità?
L’ipotesi dell’avvelenamento
Tra le teorie più controverse emerge quella dell’avvelenamento. Lenin, una figura centrale e controversa, si trovava al centro delle dinamiche di potere del Partito Bolscevico. La lotta per la successione, già in corso negli ultimi anni della sua vita, vide protagonisti Stalin e Trotzkij, due figure che incarnavano visioni opposte per il futuro dell’Unione Sovietica.
Alcuni storici ipotizzano che la sua morte potesse essere stata deliberatamente accelerata per eliminare un eventuale ostacolo alle manovre di Stalin. Anche se mancano prove concrete, le lotte intestine e il successivo accentramento del potere da parte di Stalin fanno sorgere il sospetto di un deliberato complotto.
Il ruolo della medicina: Lenin tra scienza e mistero
Un aspetto affascinante legato alla morte di Lenin è il ruolo giocato dalla scienza medica. Subito dopo il decesso, il corpo del leader venne sottoposto a un’autopsia dettagliata. Il cervello fu sottoposto a studi approfonditi per cercare di comprendere le cause della sua genialità e, forse, della sua malattia.
Parallelamente, iniziarono i lavori per la mummificazione del corpo, un procedimento mai visto prima nella storia moderna di un leader politico. Qui entra in scena Volodymir Petrovic Zorobyov, lo scienziato che perfezionò un fluido segreto capace di conservare il corpo di Lenin fino ai giorni nostri.
L’imbalsamazione stessa è avvolta nel mistero. Perché fu deciso di conservare il corpo? Si trattò di una scelta esclusivamente simbolica o vi furono altre motivazioni?
Il mausoleo di Lenin: simbolo o mito eterno?
Il corpo di Lenin, conservato nel celebre Mausoleo di Mosca, è oggi un’attrazione per turisti e appassionati di storia. Tuttavia, la sua esposizione pubblica ha sempre suscitato divisioni. Il suo mantenimento ha un costo elevato e rappresenta un dilemma per la Russia contemporanea, divisa tra il desiderio di preservare la memoria storica e il bisogno di voltare pagina rispetto all’ideologia sovietica.
Rimane però una domanda fondamentale: chi ha realmente deciso che il corpo di Lenin dovesse essere imbalsamato? E qual è il significato di questa scelta nei complessi intrecci del potere sovietico post mortem?
Stalin e il tradimento del testamento: un’eredità controversa
Un altro elemento centrale dello speciale di Ezio Mauro è il Testamento di Lenin, un documento che avrebbe dovuto influenzare profondamente la direzione del partito bolscevico dopo la sua morte. Nel testamento, Lenin esprimeva dubbi su Stalin, considerandolo inadatto a ricoprire ruoli di grande potere.
Ma Stalin, con abili manovre politiche, riuscì a far emergere la propria figura come successore indiscusso del leader, tradendo di fatto le volontà di Lenin. Questa rottura non solo segnò l’inizio della dittatura staliniana, ma cambiò il corso della storia mondiale, portando alla stagione del Terrore e delle purghe politiche.
Un’inchiesta storica con grandi esperti
Il documentario di Ezio Mauro ha il merito di affiancare al racconto storico le testimonianze e le analisi di alcuni tra i massimi esperti, tra cui gli storici Marcello Flores D’Arcais, Roberto Massari e Silvio Pons, solo per citarne alcuni.
Tra gli intervistati spicca anche la figura di Dario Piombino Mascali, antropologo forense, che approfondisce il processo di imbalsamazione di Lenin, fornendo dettagli esclusivi sulla tecnica e sul mistero del fluido conservante.
Lenin e il Novecento: un’ombra lunga fino a oggi
A cento anni dalla morte, la figura di Lenin continua a riverberare sul mondo contemporaneo. Gli interrogativi sulla sua morte sono solo una parte di una narrazione più ampia, che abbraccia la transizione dalla leadership rivoluzionaria alla dittatura staliniana.
La storia di Lenin ci ricorda come il potere, le rivalità politiche e le decisioni individuali possano cambiare il corso della storia. La sua morte, ancora avvolta nel mistero, rappresenta un enigma che scavalca i confini del tempo, continuando a stimolare dibattiti e riflessioni.