Stasera in TV: Di là dal fiume e tra gli alberi Su Rai5 (canale 23) – Fondi e Sperlonga, terra di nessuno
Terra di nessuno. Così, nell’Ottocento, veniva chiamato il tratto di Appia antica, sospeso tra la Torre dell’Epitaffio e la Portella di Monte San Biagio, perfettamente equidistante tra Roma e Napoli. Quasi quattromila metri senza giurisdizione, in balia dei briganti, tra uno Stato Pontificio appena finito e un Regno Borbonico non ancora cominciato. È il territorio al centro del documentario di Giuseppe Sansonna “Fondi e Sperlonga, terra di nessuno”, in onda domenica 23 agosto alle 22.10 su Rai5 per la seconda stagione di “Di là dal fiume e tra gli alberi”.
Oggi sembra un varco tra spazio e tempo. Superandolo, la realtà sfuma nell’immaginazione. Sotto l’arco, sull’Appia, le biciclette dei contadini fondani, immortalati negli anni Cinquanta da Giuseppe De Santis sembrano confondersi con quelle dei braccianti Sikh, facendo somigliare Borgo Hermada, frazione di Terracina, ad un avamposto della Mòmpracem di Salgàri. Nella Terra di nessuno, all’inizio dell’800, imperversava Michele Pezza da Itri, detto Fra Diavolo. Capeggiava un mucchio selvaggio di irregolari e la storia lo ha marchiato come brigante, ma rimase sempre fedele al Re Ferdinando di Borbone, usando abilmente l’arte della guerriglia. Alla fine, fu sconfitto dal colonnello francese Hugo, padre dell’autore de “I miserabili”.
Fondi, luogo di antica tradizione agricola e commerciale, ha uno dei mercati ortofrutticoli più grandi e vitali d’Europa. Ma è anche il luogo di nascita e prima formazione del regista Giuseppe De Santis, del pittore Domenico Purificato e del poeta Libero De Libero. Grandi artisti, molto legati tra loro, realizzarono insieme il film “Giorni d’amore”, nel 1954 e a Fondi, per celebrarne la memoria, nascerà, all’interno dell’ex convento di San Domenico, il Museo del Neorealismo.
Giuseppe De Santis ha fatto innamorare di Fondi anche il protagonista di quello che fu il suo ultimo film: Lino Capolicchio. Al punto che l’attore, nato a Merano, ha deciso di trasferirsi in paese.
È un territorio che culla e attira figure di spicco della cultura italiana, come lo scrittore Tommaso Landolfi, nato e cresciuto nella vicina Pico Farnese. Scrittore amatissimo da Fellini, implacabile nel cogliere il lato surreale di questa provincia, scrisse romanzi pieni di donne bellissime dalle zampe caprine, aristocratici dissoluti e feroci briganti.
Raf Vallone, grande divo italiano, aveva invece eletto la scabra Sperlonga a suo buen retiro, perché gli ricordava l’aspra autenticità della sua Tropea. A partire dagli anni Cinquanta, fece transitare nella sua villa avveniristica le star del cinema italiano e internazionale.