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Con la più celebre melodia del film Mission, “Gabriel’s oboe”, l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai rende omaggio al grande compositore Ennio Morricone recentemente scomparso, nel concerto di stasera all’Auditorium Rai “Arturo Toscanini” di Torino, in diretta alle 20.30 su Radio3 e in diretta-differita alla 21.15 su Rai5 (canale 23). Protagonista sul podio Daniele Gatti, al suo secondo appuntamento con il ciclo di “Concerti per la ripresa”. Solista per Gabriel’s oboe Francesco Pomarico, primo oboe dell’Orchestra Rai.
Una settimana dopo aver riaperto l’attività sinfonica dell’Orchestra con un programma dedicato a Mozart e Stravinskij, dopo l’omaggio a Morricone, Daniele Gatti affronta due grandi pagine per orchestra d’archi del primo Novecento: Metamorphosen per 23 archi di Richard Strauss e Verklärte Nacht di Arnold Schönberg.
Il primo brano in programma, Metamorphosen, è stato composto da un Richard Strauss più che ottantenne, rielaborando abbozzi precedenti, nel 1945, all’indomani del bombardamento dell’Opera di Vienna, a lui carissima al pari di quella di Dresda, pure distrutta poco tempo prima. In un mese portò a termine la composizione, destinandola a 10 violini, 5 viole, 5 violoncelli e 3 contrabbassi trattati solisticamente. Espressione di un dolore intenso e interiorizzato, quasi un Requiem per questi due teatri e per tutti gli altri andati perduti, il lavoro sviluppa in una fascinosa matassa di suono alcuni brevi frammenti tematici, che comprendono citazioni dalla Marcia funebre dell’Eroica di Beethoven e dal lamento di Re Marke nel Tristano di Wagner, in una serie di variazioni libere, metamorfosi appunto.
A una poesia di Richard Dehmel intitolata appunto Notte trasfigurata allude invece la seconda pagina in programma: Verklärte Nacht, composta da Arnold Schönberg nel 1899 in una prima versione per sestetto d’archi. In una notte invernale, in un bosco illuminato dalla luna, una donna confessa al suo compagno di portare in grembo il figlio di un altro. La comprensione e il sostegno di lui, e il bacio che si scambiano, sublimano la vicenda in una trasfigurazione universale. Intrisa di umori tardoromantici, ancora lontana dalle scelte radicali che solo più tardi porteranno Schönberg alla atonalità e alla dodecafonia, questa composizione, scritta a venticinque anni, resta il suo primo lavoro originale e importante. Trascritta nel 1917 per orchestra d’archi, la partitura fu ulteriormente riveduta nel 1943.
Daniele Gatti tornerà a dirigere l’Orchestra Rai giovedì 23 luglio, per una serata dedicata al Novecento francese.