Stasera in TV: Con Rai5 (canale 23) “Di là dal fiume e tra gli alberi” – Alpe di Siusi, tra uomini e leggende
C’è un altipiano in Alto Adige sospeso nel tempo. Stretto tra la Val Gardena, il gruppo del Sassolungo e il massiccio dello Sciliar, si estende per 52 chilometri quadrati: è l’Alpe di Siusi. Una terra fatta di donne e uomini fortemente legati alle proprie tradizioni e alle leggende che hanno reso magiche queste alture e i loro piccoli centri abitati. Patria di pittori e di contadini, terra di masi, campanili gotici e morbidi pendii illuminati dal sole. Un piccolo paradiso raccontato da Francesco Zippel nel documentario “Alpe di Siusi, tra uomini e leggende” in onda domenica 27 dicembre alle 22.15 su Rai5 per la seconda stagione della serie “Di là dal fiume e tra gli alberi”. Distante appena 36 chilometri da Bolzano, l’Alpe – nella sua quiete – è lontana anni luce dai ritmi vorticosi della città. Chi vive sull’Alpe per nessun motivo si sposterebbe nel capoluogo vicino. C’è chi infatti, come il giovane Joachim, ha deciso di lasciare il proprio lavoro d’ufficio per dedicarsi alle mucche e alla produzione di formaggio senza trascurare la passione per la fisarmonica, che ama suonare in solitudine tra le sue montagne. O chi, come il simpatico Josef, ha voluto farsi regalare per i propri cinquant’anni tre splendidi cammelli, diventati in breve tempo dei simboli di questa terra.
L’Alpe è anche terra di tradizioni da difendere e conservare, come l’antica pratica dei recinti ‘romani’ portata avanti da un altro giovane, Michael, o quella dei masi centenari dove oggi si alternano pregiate produzioni di speck o creative distillerie di gin. Riparate dal ‘dente’ del massiccio dello Sciliar, le piste dell’Alpe accolgono esibizioni di anziani sciatori nostalgici, come il signor Otto, e sotto le proprie nevi conservano i resti degli alberghi più antichi d’Europa.
Ma sono le leggende a farla da padrone da queste parti. Il rogo delle streghe e degli stregoni della cittadina di Fié ancora oggi è impresso nella memoria dei locali e raccontato dagli storici del Castello di Presule. Sono però i Krampus, mostruosi diavoli delle montagne, ad animare gli incubi dei più piccoli e ad elettrizzare la fantasia degli adulti, che ogni due anni si assiepano lungo le stradine di Castelrotto per gustarsi la sfilata in salsa horror dei demoni dalla maschera di legno e dai pesanti abiti di pelle di capra. Storie, leggende e tradizioni rivivono anche nei magnifici affreschi ottocenteschi del pittore Eduard Burgauner, primo artista capace di cristallizzare l’alternarsi delle stagioni e il profilo degli uomini e delle donne di questa piccola e magica Alpe sospesa nel tempo.