Stasera in tv con "Ghost Town" facciamo tappa ad Apice
 |  |  | 

Stasera in tv con “Ghost Town” facciamo tappa ad Apice

Una Pompei del ‘900.

Stasera in tv con "Ghost Town" facciamo tappa ad Apice

Così Apice, un paesino in provincia di Benevento, è stata ribattezzata dopo il terremoto del 1962 che l’ha spopolata. L’allora primo cittadino, vista l’impossibilità economica di rimettere in piedi il proprio comune decise di ricostruire la città a pochi chilometri di distanza, sulla collina di fronte. Ad Apice nuova, la “nuova” cittadina che sostituì, negli anni 60, la vecchia Apice vivono ancora oggi i terremotati dell’epoca, costretti ad abbandonare le proprie case in fretta e furia, quando il 21 agosto del 1962 il terremoto fece scappare tutti. Sandro Giordano esplora il borgo che è rimasto lo stesso dai tempi del terremoto, in “Ghost Town”, in onda martedì 25 giugno alle 20.20 su Rai 5. Un paese oggi inaccessibile eppure “vivo”, nel ricordo dei suoi abitanti, e negli edifici che ancora risuonano della vita di un tempo che non tornerà più. Nella zona che interessò tra gli altri anche il borgo di Apice si contarono “solo” 17 vittime e i rimanenti 6.500 abitanti furono prontamente evacuati, lasciando dietro di sé un panorama desolato e “spettrale” ancora oggi visibile: mobili, auto intrappolate fra le macerie di un meccanico, riviste di cucito, insegne “fai da te” di negozianti. Taluni abitanti rimasero nel vecchio abitato, chi ad esercitare la propria funzione pubblica, chi a far sopravvivere la propria bottega e chi semplicemente ad abitarci. Tra questi, Tommaso Conza, il barbiere, che tenne la sua bottega aperta fino al 2007: in un paese fantasma.

Sandro Giordano, attivo nel cinema e nella televisione, sul grande schermo, nel 1996, recita nel film di Argento La sindrome di Stendhal. Nel 2004 è nel cast di L’amore è eterno finché dura, diretto da Carlo Verdone.

Affianca all’attività di attore quella di fotografo. Dal 2013 si dedica al progetto fotografico In extremis, corpi senza pentimento, uno scenario contemporaneo e dai colori vivaci che traduce in chiave visiva la fragilità umana.

Autore

Articoli simili

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *