Stasera in tv "Camille Claudel. Scolpire per esistere"
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Stasera in tv “Camille Claudel. Scolpire per esistere”

La “pazzia” dell’arte

Stasera in tv "Camille Claudel. Scolpire per esistere"
Venne definita la “donna più geniale del suo tempo”, eppure destinata a finire i suoi giorni in un manicomio: è Camille Claudel, raccontata dal documentario di Sandra Paugam “Camille Claudel. Scolpire per esistere”, in onda venerdì 7 marzo alle 19.30 su Rai 5. Il documentario – attraverso interviste, ricostruzioni e testimonianze – ne celebra l’eredità restituendole il posto che merita nel panorama artistico internazionale, dando nuove sfumature al ritratto di un’artista troppo frettolosamente etichettata come “pazza”. Un racconto di lotta, passione e genio creativo, che culmina in opere di straordinaria intensità, come “Il valzer”, in cui si materializzano i tormenti e le emozioni di un’artista che tentò in ogni modo di imporre la propria arte in un’epoca egemonizzata dagli uomini.
Proveniente da una famiglia lontana dal mondo artistico, Camille inizia a scolpire a soli dodici anni, rivelando fin da subito una passione travolgente. A diciassette anni si trasferisce a Parigi, dove si circonda di giovani artiste europee e, con loro, inizia a imporsi nell’universo estremamente maschile della scultura. Entra nell’atelier di Auguste Rodin, il grande scultore di fine Ottocento, che rimane folgorato dal suo talento e con il quale comincia una tormentata storia d’amore della quale restò vittima, perché proprio Rodin – che la considerava anche la sua musa – cercò di screditare la sua arte e di vanificare il tentativo di affermarsi come scultrice indipendente e svincolata dal suo maestro, sfidando pregiudizi e convenzioni.
La vita di Camille Claudel è ben rappresentata da due fotografie: la prima commissionata da Rodin, la ritrae come giovane artista e donna indipendente: sguardo di sfida, capelli spettinati e occhi penetranti. La seconda, dell’amica Jessie, nel manicomio di Montdevergues, è la foto di una donna-spettro rassegnata e alienata. Queste foto rappresentano due periodi molto importanti della sua vita: i tredici anni con Rodin e i 30 anni al manicomio.

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