Stasera in TV: Art Night – Tina Modotti
“Desidero fotografare ciò che vedo, sinceramente, direttamente, senza trucchi, e penso che possa essere questo il mio contributo a un mondo migliore. Io cerco di produrre non arte, ma oneste fotografie”. Sono le parole dell’artista alla quale “Art Night”, con Neri Marcorè, dedica il doc “Tina Modotti. Maestra della fotografia” – scritto da Clarissa Montilla, Alessio Guerrini e Dario Marani che firma anche la regia, prodotto da Fish Eye in collaborazione con Rai Cultura – in onda mercoledì 5 luglio alle 21.15 su Rai 5.
Tina Modotti, nata a Udine nel 1896 e deceduta in circostanze “poco chiare” a Città del Messico nel 1942 è stata tra le prime fotografe, non solo in Italia, ma nel mondo. Alla sua attività di fotografa ha affiancato per lungo tempo quella di attivista. In entrambe queste attività ha messo tutta sé stessa, fino alla fine.
Emigrata nella prima infanzia in California, con la famiglia, in giovane età, dopo essersi dedicata anche al cinema muto, agli albori di Hollywood, si trasferisce in Messico, prima per seguire il marito e poi per restare con il suo compagno, il fotografo Edward Weston, nel 1923. Da questo momento in poi, per circa 20 anni, il legame tra Tina Modotti e il Messico non si scioglierà mai più: elegge questa come sua nuova Patria, non solo fisica, ma anche fotografica, e lega il suo destino privato e professionale a figure preminenti quali Frida Kahlo e Diego Rivera. Si iscrive al Partito Comunista Messicano e abbraccia la militanza femminista e comunista, con un attivismo politico che si trasforma in vero e proprio impegno politico.
La raccontano Marì Domini, Presidente Comitato Tina Modotti; Gianni Pignat, fotografo; Biba Giachetti, curatrice; Simona Filippini, fotografa; Roberta Valtorta, storica e critica della fotografia; Gianpaolo Gri, antropologo; Claudio Natoli, storico; e Micropixel, artista e fotografo.
Fotografa e fotoreporter, Tina Modotti è tra le poche donne dei primi del Novecento apprezzata per una attività in cui, sino ad allora, erano stati considerati soltanto gli uomini.
È attraverso gli occhi di un sentire politico, che Tina Modotti scatta le sue foto più importanti, che vedono ritratta la classe operaia e contadina del Messico. Negli ultimi anni Tina Modotti si lega a Vittorio Vidali con il quale prosegue i viaggi per l’Europa, fino alla sua morte.
La sua fotografia – esaltata, fin dai primi anni della sua attività – da colleghi e critici è esteticamente impeccabile e vi prevale una ideologia ben definita: i simboli del lavoro, del popolo e del suo riscatto, mani di operai, manifestazioni politiche e sindacali. La Library of Congress di Washington definisce Tina Modotti come una “riconosciuta maestra della prima fotografia del XX secolo”.