Stasera in TV: "Art Night" e la scultura - Su Rai5 (canale 23) Canova, Thorvaldsen, Rodin Stasera in TV: "Art Night" e la scultura - Su Rai5 (canale 23) Canova, Thorvaldsen, Rodin
 | 

Stasera in TV: “Art Night” e la scultura – Su Rai5 (canale 23) Canova, Thorvaldsen, Rodin

Stasera in TV: "Art Night" e la scultura - Su Rai5 (canale 23) Canova, Thorvaldsen, Rodin Stasera in TV: "Art Night" e la scultura - Su Rai5 (canale 23) Canova, Thorvaldsen, Rodin Un viaggio intorno alla scultura, che parte dal rapporto tra Antonio Canova e Bertel Thorvaldsen per arrivare all’arte di Auguste Rodin. È il nuovo appuntamento con il programma di Rai Cultura “Art Night”, in onda venerdì 6 novembre alle 21.15 su Rai5, in occasione dei 250 anni dalla nascita di Thorvaldsen (19 novembre 1770) e 180 anni dalla nascita di Rodin (12 novembre 1840). Alessio Aversa introduce la puntata dalla Peggy Guggenheim Collection di Venezia, dove è accompagnato dalla Direttrice Karole Veil. Apre la puntata il documentario “Canova-Thorvaldsen. La fabbrica della bellezza”, firmato da Alessandro D’Ottavi con la regia di Riccardo Struchil. Volto e voce del documentario è l’attore Lorenzo Richelmy, che guida lo spettatore nel mondo dei due artisti con alcuni esperti che affrontano i vari aspetti legati alle opere dei due scultori. Grazie all’opera dei due artisti, definiti “classici moderni”, la scultura ha riconquistato il senso di perfezione e grandezza raggiunto prima di loro solo dai grandi maestri dell’antichità. Sono le opere di Canova e Thorvaldsen, infatti, che hanno definito i nuovi canoni artistici della scultura, raggiungendo un riconoscimento e una popolarità ancora oggi di incredibile portata.
A seguire, il documentario “Rodin, divino inferno” va alla scoperta di una creazione misteriosa, una scultura incompiuta di Auguste Rodin, sul quale lo scultore lavorò per più di trent’anni fino alla morte. Doveva essere il capolavoro della sua vita, una scultura colossale popolata da dannati, donne che aveva amato e una moltitudine di segreti. L’artista non vide mai fondere la propria opera, oggi nota col nome di “La porta dell’Inferno”, ma dal modello in gesso sono stati fusi otto originali, custoditi in vari musei sparsi per il mondo. Questo lavoro ossessionò lo scultore per anni: un’opera monumentale che l’artista si ostinò a nascondere fino alla fine dei suoi giorni, e che oggi pone un enigma straordinario.

Autore

Articoli simili

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *