Stasera in tv arriva “Raffaello. Il mito e la modernità”
Il periodo romano
Il documentario “Raffaello. Il mito e la modernità”, in onda lunedì 12 febbraio alle 19.25 su Rai 5, ricostruisce, con studiosi ed esperti, la figura e la carriera dell’artista che non fu solo pittore e architetto, ma anche intellettuale capace di interpretare il progetto di un’intera società. Grazie alle riflessioni dello scrittore e restauratore Antonio Forcellino, il documentario ripercorre quello che viene considerato il “periodo d’oro”, gli anni romani dal pontificato di Giulio II alla morte di Leone X nel 1521.
Considerato uno dei più grandi artisti di ogni tempo e fra i massimi interpreti del concetto estetico del Bello, Raffaello ha vissuto una parabola lavorativa relativamente breve ma estremamente prolifica e profondamente innovativa per le numerose opere iconiche e per il modo in cui queste sono state prodotte, avvalendosi di una bottega altamente strutturata e composta da numerosi professionisti di altissimo livello e varie discipline che il maestro dirigeva e a cui affidava buona parte del suo lavoro. La “maniera” di Raffaello fu di vitale importanza per lo sviluppo del linguaggio artistico dei secoli a venire, sia per emulazione da parte dei suoi collaboratori che ne portarono avanti il linguaggio per decenni in tutta Europa[4] raccolti nella scuola del manierismo, sia per contrasto attraverso il rifiuto dell’opera raffaellesca iniziato da Caravaggio. A tutto questo si aggiunge il pionieristico lavoro di studio e recupero delle vestigia dell’arte romana, impostato su rigorosi criteri scientifici, che lo rendono fra i padri dell’archeologia e della tutela dei beni culturali.
La sua influenza sulla storia dell’arte occidentale è straordinariamente estesa. Impostosi come modello fondamentale per tutte le accademie di belle arti fino alla prima metà dell’Ottocento, il mito di Raffaello ha raggiunto le avanguardie del XX secolo e l’arte contemporanea del XXI secolo, fino a lambire altre arti come il cinema, e anche il fumetto.