L’evoluzione artistica di Piet Mondrian, dalle prime opere di ispirazione impressionista fino alla codifica di un linguaggio universale ed essenziale per la rappresentazione della natura. La ripercorre “
Nello studio di Mondrian”, in onda venerdì 25 ottobre alle 19.25 su Rai 5. Il documentario, girato nella replica esatta del suo studio al 26 rue du Départ nel quartiere parigino di Montparnasse, reinterpreta Mondrian come una figura “viva”, appassionata di danza e jazz, e ripercorre la sua evoluzione artistica: dalle prime opere realistiche agli anni mistici, dal movimento De Stijl al suo trasferimento a New York, dove muore nel 1944. Mondrian si discosta dall’immagine del pittore bohémien: partito dalla natia Olanda, nel 1926 si stabilisce in uno studio che diventerà un’opera radicale e minimalista, un quadro tridimensionale in cui sperimenta forme e colori: linee dritte e ortogonali, utilizzo delle tre colori primari. Una vita solitaria, vissuta all’interno della sua stessa pittura e, incompreso per gran parte della sua vita, sarà solo a New York che finalmente otterrà il riconoscimento meritato, all’età di 70 anni, due anni prima della sua morte.
Nel 1930 Lola Prusac, stilista per la Casa Hermès, crea una linea completa di borse e bagagli direttamente ispirate delle opere di Mondrian con tagli rossi, gialli e blu.
Nel 1960 Kiyoshi Saito ne mostra l’influenza modernista quando realizza la stampa Ryoa nji Kyoto, la cui rappresentazione del sentiero di pietra nel famoso giardino Zen del Tempio di Ryoan, con un voluto appiattimento del la profondità e l’uso della verticalità delle forme rettangola richiamano chiaramente le opere di Mondrian. Inoltre, l’uso tipico di Saito della venatura del legno è qui elevato al livello di un significativo vocabolario visivo all’interno dell’opera dell’artista.
I quadri di Mondrian, molto famosi anche se spesso imitati e banalizzati, dimostrano una complessità che smentisce la loro apparente semplicità.
Appuntamento da non perdere.