Stasera in tv arriva l'Inghilterra vittoriana a colori
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Stasera in tv arriva l’Inghilterra vittoriana a colori

Una nazione su pellicola

Stasera in tv arriva l'Inghilterra vittoriana a colori

La Gran Bretagna vittoriana vista attraverso lo sguardo della nuova ed emozionante invenzione, la cinepresa, che cattura per la prima volta una nazione su pellicola. Un “ritratto” – tra luci e ombre – proposto da “L’Inghilterra vittoriana a colori” di Leonardo Campus, in onda venerdì 26 luglio alle 21.10 su Rai Storia, con l’introduzione e la contestualizzazione della professoressa Valentina Villa.
La realizzazione della macchina da presa va di pari passo con la storia della fotografia e la storia del cinema. Il tutto si fa risalire al brevetto di George Eastman ed è conseguente la produzione industriale della pellicola (Rollfilm), fra le cui applicazioni c’è la realizzazione da parte di Thomas Alva Edison della prima macchina da presa funzionante, il kinetografo.
I Fratelli Lumière nel 1892 realizzarono il loro cinematografo, una macchina da presa che in un solo apparato era duplicatore e proiettore. Entrambi gli apparati utilizzavano la pellicola perforata da 35 mm, che veniva trascinata con l’aiuto di un trascinatore.
Il cinematografo faceva tuttavia scorrere il film in verticale invece che in orizzontale e corrispondeva perciò ampiamente alla moderna tecnica della macchina da presa.
Fin dall’invenzione della macchina da presa furono realizzate anche macchine amatoriali. Già nel 1898 Birth Acres registrò in Inghilterra un brevetto per una macchina chiamata Birtac, progettata per impressionare solo metà della pellicola da 35 mm: un’antesignana del formato 16 mm che tanta fortuna avrebbe avuto in seguito. La prima macchina a 16 mm fu prodotta dalla Kodak nel 1923, nel 1928 dotata di pellicola a colori. Nel 1925 la prima macchina realizzata da Arri era una camera amatoriale da 35 mm a manovella (Kinarri 35). La Kodak produsse nel 1932 la prima macchina da 8 mm: il vantaggio doveva essere quello di ridurre i costi di sviluppo con la riduzione delle dimensioni della pellicola. Fu la base per lo sviluppo dei cosiddetti passi ridotti: 8 millimetri e super 8.

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