La linea Gustav (o “linea invernale”) fu una linea fortificata difensiva approntata in Italia, su disposizione data da Hitler il 4 ottobre 1943, dall’organizzazione Todt, durante la campagna d’Italia nella II Guerra Mondiale. Un luogo non solo fisico, raccontato da Lucrezia Lo Bianco nel doc “Linea Gustav, storie dimenticate”, in onda domenica 22 settembre alle 22.10 su Rai 5. La linea divideva in due la penisola italiana: a nord le truppe tedesche (nel territorio formalmente in mano alla Repubblica Sociale Italiana), a sud gli Alleati; si estendeva dalla foce del fiume Garigliano, al confine tra Lazio e Campania, fino a Ortona, comune costiero a sud di Pescara, passando per Cassino, le Mainarde, gli altipiani maggiori d’Abruzzo e la Maiella. La sua funzione, che sfruttava il tratto più stretto della penisola italiana e gli ostacoli naturali costituiti dalle montagne appenniniche, era quella di ritardare l’avanzata degli Alleati, impedirgli di raggiungere Roma e tenerli impegnati affinché non potessero rinforzare la pressione sui fronti orientale e settentrionale. I tedeschi requisiscono le abitazioni più̀ signorili o strategicamente rilevanti, scavano trincee, costruiscono rifugi e razziano tutto il resto. È la tattica della “terra bruciata”: nessun riparo lasciato agli Alleati, nessun ristoro, nessuna persona che possa dargli informazioni o supporto. Il fronte si sposterà̀ solo a giugno 1944 quando le truppe tedesche si ritireranno dai paesi della Majella e dell’Alto Sangro, sulla linea Hitler posta poco più a nord, dopo la lunga e sanguinosa battaglia di Cassino, che segna il definitivo sfondamento della Linea Gustav. Lucrezia Lo Bianco ha deciso di ripercorrerla, incontrando artisti e geologi, storici e riti antichi, per raccontare un piccolo tratto della storia italiana.
Le forze tedesche, dopo lo sbarco a Salerno nel settembre del 1943, furono costrette ad arretrare, ma opposero una resistenza prima lungo la linea del Volturno e poi la linea Bernhardt.